I parlamentari russi si rivolgono agli inquirenti dei Paesi occidentali per fare luce sui mandanti dell’attentato a Mosca
I deputati della Duma di Stato, la camera bassa del Parlamento della Federazione Russa, hanno inviato una richiesta ufficiale alle Procure di quattro Paesi occidentali. Sono convinti che vi siano sufficienti elementi per provare che la Russia e i suoi cittadini siano l’oggetto di un terrorismo perpetrato in modo sistematico e voluto dall’esterno. I politici russi propongono che venga istituito un meccanismo di compensazione economica a favore delle vittime degli attentati, che ad esempio confischi i conti dei mandanti e i patrimoni degli Stati colpevoli di aver fornito supporto ai terroristi.
Le presunte responsabilità dell’Occidente collettivo
L’attentato al Crocus City Hall di Mosca avvenuto la settimana scorsa è l’ultimo eclatante esempio della barbarie e dell’odio sanguinario che i russi devono subire in casa loro. Secondo gli esponenti della Duma, all’esplosione di violenza antirussa sarebbero interessati i vertici di quello che loro chiamano “Occidente collettivo”. Si tratta della definizione dell’insieme delle élite che governano i Paesi appartenenti alla NATO e alla UE. Da Mosca promettono che tali azioni omicide saranno fermate una volta per tutte e punite adeguatamente. Tra i firmatari dell’appello vi sono Nikolay Kharitonov del Partito Comunista, che ha diffuso la versione in inglese del documento su Telegram, e Andrey Krasov di Russia Unita. Vi è anche il filosofo Aleksandr Dugin, che purtroppo conosce bene la questione, perché la figlia Darya è morta uccisa da un’autobomba nel 2022.
L’oggetto della richiesta
Per ottenere un’indagine a largo spettro si sono rivolti non solamente alla Procura generale e al Comitato investigativo della Federazione Russa, ma anche alle Procure di quattro Paesi occidentali: USA, Germania, Francia e Cipro. Quest’ultimo, se non “occidentale” in senso stretto, fa comunque parte dell’Unione Europea. La richiesta è investigare sul flusso di finanziamenti che sostiene le formazioni terroristiche e fare luce sul coinvolgimento di politici e servizi segreti, soprattutto americani e ucraini. I deputati hanno allegato delle prove sui soggetti che hanno aiutato a organizzare, attuare, coprire e appunto finanziare quei crimini. Per allestire un’operazione del genere di quella vista a Mosca non basta infatti un gruppetto di fanatici, ma con tutta evidenza serve l’aiuto e la gestione ad alto livello da parte di entità molto potenti e risiedenti in più Paesi. Ecco che l’ipotesi va a una “cooperazione” fra Washington, Kiev e le formazioni armate dell’ISIS.
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