I curdi di Siria virano verso il gruppo oggi al potere a Damasco

I curdi di Siria virano verso il gruppo oggi al potere a Damasco

18 Marzo 2025 0

Il 10 marzo è stato siglato un accordo che regola un altro tratto del panorama politico della Siria, ancora sconvolta dalla caduta di Assad avvenuta lo scorso dicembre.

Il contenuto dell’accordo

Il presidente ad interim della Siria Ahmed al-Sharaa ha firmato un’intesa con il comandante delle forze curde Mazloum Abdi. Il contenuto è di grande rilevanza: le zone sotto giurisdizione curda saranno integrate nel nuovo Stato siriano, sebbene non siano state rese note in dettaglio le modalità del passaggio. Abdi guida le Forze Democratiche Siriane (SDF), che hanno il controllo delle regioni a nord-est, ricche di petrolio. Al momento si sa che entro la fine dell’anno dovranno andare sotto l’amministrazione attuale di Damasco gli aeroporti, i pozzi petroliferi, i giacimenti di gas e i posti di frontiera tenuti dalle SDF. Sul piano militare, invece, sembra non esservi chiarezza su come le operazioni dei curdi saranno gestite dal Ministero della Difesa del governo islamista. Per adesso le SDF si impegnano a combattere contro gli ultimi lealisti di Assad.

Un’opportunità per la Siria o per i curdi?

Su X, Abdi ha definito l’accordo come una reale opportunità per costruire una nuova Siria. Ha aggiunto che le SDF lavorano insieme all’attuale governo per difendere questa fase di transizione in un periodo altamente critico, in modo da proteggere le aspirazioni dei siriani alla giustizia e alla stabilità. Secondo lo studioso Aron Lund i curdi, sostenuti dagli USA, vedono questo accordo anche come un modo per garantirsi contro un eventuale ritiro degli americani. Le Forze Democratiche Siriane si scontrano da anni con i miliziani armati dai turchi. Ankara non ha ancora rilasciato commenti su questa mossa politica di al-Sharaa, che è uno stretto alleato della Turchia. Dunque il patto col presidente siriano potrebbe anche rappresentare per i curdi un modo di assicurarsi da un’escalation di scontri con i turchi, in un momento di grande incertezza e di possibile debolezza materiale e militare.

Incertezza e sangue

Siamo però ancora sul piano delle buone intenzioni: al momento attuale questo in realtà è soltanto un memorandum di intesa. Se ne vedrà l’efficacia dopo che sarà stato implementato: se ne vedranno allora le implicazioni in politica estera e nei rapporti con gli altri attori in ballo. Certamente l’accordo può essere un buon passo sul percorso per uscire da questa fase storica insidiosa e pericolosa per la Siria. Su Al-Araby Al-Jadeed mettono comunque in guardia dal credere che sia sufficiente un memorandum simile: questo passo, nonostante la sua importanza, rimane incompleto a meno di modificare le politiche che marginalizzano alcune comunità siriane ed escludono molti gruppi dal partecipare ai processi decisionali.

E visto quanto accaduto, aggiunge che la sicurezza e le forze armate devono essere riorganizzate in modo professionale per evitare che si ripetano gli errori fatti di recente a Latakia e a Tartus. Aleggia ancora l’atmosfera pesante rimasta dalle stragi di alawiti avvenute a marzo: più di 700 morti, fra cui donne e bambini. Sharaa ha promesso che i responsabili saranno puniti.

Giuliano Pellico
Giuliano Pellico

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