Giornata internazionale della lingua araba, Poste tunisine emettono due francobolli per l’occasione
Le Poste tunisine hanno emesso oggi, 18 dicembre, due francobolli per celebrare la Giornata internazionale della lingua araba. L’iniziativa celebra l’eredità culturale di questa lingua e il suo contributo all’arricchimento della diversità linguistica dell’umanità.
Il primo francobollo raffigura figure geometriche della calligrafia araba scritta in caratteri cufico e thuluth. Il secondo, invece, raffigura la lettera Dad, simbolo della lingua araba, circondata da una formazione calligrafia sullo sfondo per evidenziare il legame morale e visivo tra loro.
Quando nasce la giornata della lingua araba
La giornata della lingua araba è una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 2010 per celebrare il multilinguismo e la diversità culturale, nonché promuovere la parità di utilizzo di tutte e sei le sue lingue di lavoro ufficiali in tutta l’Organizzazione. La data coincide con il giorno del 1973 in cui l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato l’arabo come sesta lingua ufficiale dell’Organizzazione.
La ricorrenza viene celebrata nelle Nazioni Unite e nei paesi di lingua araba per valorizzare la lingua e la cultura araba nel mondo, che ha avuto un ruolo catalizzatore nella cultura, nella scienza e nelle arti nel corso della storia. Oggi l’arabo è una delle lingue più diffuse al mondo e rappresenta un vero pilastro di diversità, parlata nelle sue diverse forme da oltre 400 milioni di persone in 25 nazioni.
La complessità e originalità della lingua araba
Nella diversità delle sue forme, classiche o dialettali, dall’espressione orale alla calligrafia poetica, la lingua araba ha dato origine a un’estetica affascinante, in campi come l’architettura, la poesia, la filosofia e il canto. Dà accesso a un’incredibile varietà di identità e la sua storia rivela i suoi profondi legami con altre lingue. L’arabo ha svolto un ruolo catalizzatore nella conoscenza, promuovendo la diffusione delle scienze e filosofie greche e romane nell’Europa rinascimentale.
Ha consentito inoltre il dialogo tra culture lungo le vie della seta, dalla costa dell’India al Corno d’Africa. Come altre lingue semitiche, l’arabo ha un metodo complesso per costruire le parole a partire da una radice. Ad esempio, uno schema di tre lettere come “k-t-b” sarà sempre la base di parole che appartengono al campo semantico della scrittura, come “kitaab”, che significa “libro”, o “maktab”, che significa “scrivania”. La traduzione, in particolare di testi poetici, risulta spesso difficile, ma allo stesso tempo l’utilizzo della radice trasmette una profondità di significato senza pari.
Alcune caratteristiche peculiari
L’arabo conta almeno 11 parole per dire “amore”: ognuna di esse trasmette una fase diversa del processo di innamoramento. La parola “hawa”, ad esempio, descrive l’attrazione iniziale o l’inclinazione dell’anima o della mente verso un’altra persona. Il termine deriva dalla radice “h-w-a”, un vento transitorio che può salire e scendere. “Alaaqa”, che deriva dalla radice “‘alq” (“aggrapparsi a”), descrive la fase successiva in cui il cuore inizia ad attaccarsi all’amato.
È interessante notare che la parola più comune per il termine “amore” in arabo, “hubb”, derivi dalla stessa radice della parola “seme”: ciò che racchiude il potenziale per la crescita in qualcosa di bello. La parola “cuore”, “qalb”, deriva dalla radice (q-l-b), che significa capovolgere o capovolgere qualcosa. Sebbene la parola si riferisca al cuore fisico, spiritualmente la radice della parola diventa appropriata quando pensiamo al nostro cuore come a qualcosa che riflette costantemente emozioni, decisioni e opinioni. Attenzione a pronunciare correttamente la prima lettera poiché la parola ‘kalb’ si traduce come “cane” ed è molto offensivo.
Vanessa Tomassini è una giornalista pubblicista, corrispondente in Tunisia per Strumenti Politici. Nel 2016 ha fondato insieme ad accademici, attivisti e giornalisti “Speciale Libia, Centro di Ricerca sulle Questioni Libiche, la cui pubblicazione ha il pregio di attingere direttamente da fonti locali. Nel 2022, ha presentato al Senato il dossier “La nuova leadership della Libia, in mezzo al caos politico, c’è ancora speranza per le elezioni”, una raccolta di interviste a candidati presidenziali e leader sociali come sindaci e rappresentanti delle tribù.
Ha condotto il primo forum economico organizzato dall’Associazione Italo Libica per il Business e lo Sviluppo (ILBDA) che ha riunito istituzioni, comuni, banche, imprese e uomini d’affari da tre Paesi: Italia, Libia e Tunisia. Nel 2019, la sua prima esperienza in un teatro di conflitto, visitando Tripoli e Bengasi. Ha realizzato reportage sulla drammatica situazione dei campi profughi palestinesi e siriani in Libano, sui diritti dei minori e delle minoranze. Alla passione per il giornalismo investigativo, si aggiunge quella per l’arte, il cinema e la letteratura. È autrice di due libri e i suoi articoli sono apparsi su importanti quotidiani della stampa locale ed internazionale.