Esclusiva – Libia: media, figlio del generale Haftar ordina la chiusura del campo petrolifero di El Sharara
Il campo petrolifero di El Sharara, il più importante della Libia con una produzione stimata a circa 350 mila barili al giorno risulta questa mattina parzialmente chiuso, da ieri sera, mentre fonti locali confermano a “Strumenti Politici” che le attività verranno gradualmente sospese.
Secondo le stesse fonti, Saddam Haftar il figlio del generale Khalifa Haftar, a capo delle forze armate libiche orientali che controllano la regione meridionale di Ubari dove ha sede il campo petrolifero, avrebbe ordinato la chiusura del giacimento dopo essere stato arrestato e rilasciato lo stesso giorno, a Roma, per essere sentito in merito ad una presunta inchiesta condotta dalle autorità spagnole.
Shahara è gestito da Akakus Oil Operations Company, una joint-venture che riunisce la libica National Oil Corporation (NOC), la spagnola Repsol, la francese Total, l’austriaca Omv e la norvegese Statoil, ed è il più grande del Paese nordafricano, membro dell’Opec.
Ritorsione?
Sebbene le autorità italiane non abbiano rilasciato commenti, Haftar jr avrebbe ordinato la chiusura del giacimento dopo essere stato fermato a Roma e rilasciato lo stesso giorno, venerdì, prima di fare ritorno a Bengasi. Secondo il quotidiano “Libya Observer“.
Le autorità italiane avrebbero notificato a Saddam un mandato d’arresto e un avviso emessi dalle autorità spagnole in relazione al suo coinvolgimento nel contrabbando di una spedizione di armi intercettata dalla polizia spagnola diversi mesi fa
Intercettazioni e rapporti investigativi
Già lo scorso gennaio, il quotidiano spagnolo “Cronica” ha pubblicato un rapporto investigativo riguardo ad una intercettazione di una spedizione di armi destinate a Saddam Haftar, che era in viaggio verso gli Emirati Arabi Uniti e poi verso Bengasi.
Già in quell’occasione, il figlio del generale libico aveva chiuso lo stesso Sharara per più di una settimana utilizzando gruppi leali all’esercito di suo padre.
Vanessa Tomassini è una giornalista pubblicista, corrispondente in Tunisia per Strumenti Politici. Nel 2016 ha fondato insieme ad accademici, attivisti e giornalisti “Speciale Libia, Centro di Ricerca sulle Questioni Libiche, la cui pubblicazione ha il pregio di attingere direttamente da fonti locali. Nel 2022, ha presentato al Senato il dossier “La nuova leadership della Libia, in mezzo al caos politico, c’è ancora speranza per le elezioni”, una raccolta di interviste a candidati presidenziali e leader sociali come sindaci e rappresentanti delle tribù.
Ha condotto il primo forum economico organizzato dall’Associazione Italo Libica per il Business e lo Sviluppo (ILBDA) che ha riunito istituzioni, comuni, banche, imprese e uomini d’affari da tre Paesi: Italia, Libia e Tunisia. Nel 2019, la sua prima esperienza in un teatro di conflitto, visitando Tripoli e Bengasi. Ha realizzato reportage sulla drammatica situazione dei campi profughi palestinesi e siriani in Libano, sui diritti dei minori e delle minoranze. Alla passione per il giornalismo investigativo, si aggiunge quella per l’arte, il cinema e la letteratura. È autrice di due libri e i suoi articoli sono apparsi su importanti quotidiani della stampa locale ed internazionale.