ESCLUSIVA – Il capo della NOC libica Bengdara accusato di aver trascurato il ruolo di Haftar nella chiusura del giacimento petrolifero di Sharara

ESCLUSIVA – Il capo della NOC libica Bengdara accusato di aver trascurato il ruolo di Haftar nella chiusura del giacimento petrolifero di Sharara

6 Agosto 2024 0

Il presidente della compagnia petrolifera libica, National Oil Corporation (NOC),  Farhat Bengdara è finito al centro delle polemiche in seguito alla chiusura della produzione petrolifera libica e nella privazione del Paese della commercializzazione del 40 per cento della sua produzione petrolifera giornaliera, rappresentata dalla chiusura del giacimento petrolifero di Sharara, gestito dalla società spagnola Repsol in partnership con la Libyan Akakus Oil Operations Company, direttamente affiliata alla NOC.

In un comunicato stampa, la società ha annunciato la cessazione delle operazioni di produzione di petrolio greggio dal giacimento di Sharara a partire dal 3 agosto, citando ciò che ha descritto come ritardi nell’adempimento delle richieste del Movimento Fezzan che rappresenta il popolo della Libia meridionale. La compagnia ha anche annunciato l’interruzione delle forniture al porto di Zawiya.

Contraddizioni rispetto ai resoconti internazionali e locali

L’annuncio della Akakus Oil Operations Company contraddice direttamente i resoconti internazionali e locali, in particolare la posizione ufficiale del Governo libico di unità nazionale, che ha affermato che la chiusura è stata effettuata a seguito di ricatti politici e di ciò che ha descritto come obiettivi personali ristretti, assolvendo così la popolazione della Libia meridionale dalla responsabilità della chiusura.

Dopo la chiusura parziale del campo, i resoconti della stampa ufficiale, come anticipato da “Strumenti Politici”, hanno riferito che gli ordini di chiusura del campo petrolifero sono stati emessi direttamente da Saddam Khalifa Haftar. La forza militare che fornisce sicurezza e protezione per il campo e i suoi lavoratori, infatti, è sotto il comando della Brigata Tariq Bin Ziyad, una delle più importanti unità militari fedeli ad Haftar e sotto il comando di suo figlio Saddam.

Il ricatto

La mossa di Saddam Haftar di chiudere il campo di Sharara è vista come un ricatto politico contro la Spagna, che a febbraio ha rivelato il coinvolgimento dei soci di Saddam Haftar nel contrabbando di armi avanzate ed equipaggiamento militare dalla Spagna ad Abu Dhabi e poi a Bengasi, in violazione delle risoluzioni internazionali e delle Nazioni Unite che proibiscono alla Libia di importare armi, munizioni ed equipaggiamento militare.

I tentativi di contrabbandare armi ed equipaggiamento militare dalla Spagna espongono Saddam Haftar a procedimenti legali non solo in Spagna ma in tutta l’Unione Europea, soprattutto dopo che le autorità spagnole hanno arrestato individui direttamente coinvolti nelle operazioni di contrabbando.

Rapporti e coinvolgimenti personali

Inoltre, l’emissione di una dichiarazione da parte di Farhat Bengdara tramite Akakus Oil, che esonera Saddam Haftar dal coinvolgimento nella chiusura del campo, ha confermato i suoi stretti rapporti con Saddam e le sue reti politiche ed economiche, in particolare nella Libia orientale, sin dalla sua nomina a Presidente della NOC in base a un accordo tra il Governo di Unità Nazionale e Khalifa Haftar, con il sostegno regionale.

La dichiarazione rilasciata da Akakus Oil ha anche rafforzato quelle che sono state descritte come “accuse” contro Farhat Bengdara per aver trascurato il contrabbando di grandi quantità di carburante libico sovvenzionato da parte di Saddam Haftar, vendendole attraverso il mercato nero, in un momento in cui lo stato libico sopporta l’elevato e crescente costo dei sussidi per il carburante, che ha superato i 12 miliardi di dollari all’anno. Le recenti visite di Farhat Bengdara a Khalifa Haftar a Bengasi si sono intensificate, con Bengdara che in precedenza aveva descritto Haftar in un’intervista televisiva come il motivo della sua nomina a presidente della NOC.

Farhat Bengdara è considerato uno dei leader di spicco del regime di Gheddafi, avendo servito come governatore della Banca centrale della Libia ed essendo stato membro dei Comitati rivoluzionari, che all’epoca era considerato il partito al governo in Libia. Fuggì dal Paese in seguito allo scoppio della rivolta contro il regime di Gheddafi nel febbraio 2011 e in seguito vi tornò come consulente finanziario del cosiddetto Comando generale dell’esercito di Haftar. Secondo fonti libiche, è stato anche coinvolto nel reperimento di fondi per sostenere le operazioni militari nella capitale Tripoli, avviate dall’esercito orientale, il 4 aprile 2019.

 

Vanessa Tomassini
Vanessa Tomassini

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