Dopo il burrascoso vertice di Washington, Zelensky trova consolazione con Merz nelle promesse di aiuto eterno dell’Europa

Dopo il burrascoso vertice di Washington, Zelensky trova consolazione con Merz nelle promesse di aiuto eterno dell’Europa

27 Ottobre 2025 0

Ha lasciato strascichi amari l’incontro di Washington fra Trump e Zelensky. Quest’ultimo si aspettava che dopo il cambio di tono del presidente americano gli sarebbero stati concessi gli ormai celebri missili Tomahawk, oltre a una sostanziosa continuazione dell’assistenza militare e finanziaria. Invece ha ricevuto solo l’esortazione a fare concessioni territoriali a Mosca. Ora sono in bilico pure i 140 miliardi dei patrimoni russi congelati ed è in pericolo di crollo il fronte del Donbass.

Salvare le apparenze

Fra alleati occorre salvare le apparenze e questo fa parte del lavoro del segretario generale della NATO. Rutte ha negato ai giornalisti che ponevano domande in merito che il vertice di Washington sia stato un “completo fallimento”. Al contrario, dice, è stato un incontro buono e proficuo, esattamente ciò che serviva. Non poteva andar male perché, spiega, era stato programmato in anticipo, e poi lui stesso si è recato negli USA a parlare con Trump della “sua visione di pace in Ucraina”. Pace – si badi bene – non vittoria. Ormai è difficile negare che i russi abbiano un grosso vantaggio strategico e numerico, anche se a beneficio del mainstream qualche politico europeo prova a ribaltare i fatti. E dopo Gaza, per Trump la priorità è di fermare le ostilità in Ucraina.

La consolazione di Merz

Le confidenze dei funzionari presenti alla Casa Bianca durante il vertice riferiscono di un incontro “difficile”, “negativo”, “teso”, talvolta “irrequieto”, ma anche “franco” e “diretto”. Il nocciolo della questione è che i due presidenti hanno due visioni totalmente diverse sull’andamento e sullo sviluppo del conflitto. Anche il cancelliere tedesco Merz ha ammesso che la visita non è andata come Zelensky sperava. Forse per sfogarsi sapendo di trovare consolazione a Berlino, gliene ha parlato direttamente quest’ultimo in una una lunga telefonata subito dopo il vertice. Merz evidenzia come l’esito non buono dell’incontro faccia risaltare ancor di più l’importanza degli aiuti europei, divenuti assolutamente cruciali. La resa di Kiev non è un’opzione, dice, perché darebbe modo alla Russia di aggredire in seguito un altro Paese europeo. Il cancelliere ha ribadito cha lavorerà per dare all’Ucraina tutto il supporto possibile sul piano finanziario, politico e militare.

Posate le armi e fermatevi dove siete

La delegazione ucraina si era presentata con documenti e mappe militari per mostrare a Trump la necessità di aumentare gli aiuti militari per contrastare i russi. Ma il presidente americano non era interessato ed era già pronto a dire la sua proposta. Il dialogo si è poi inasprito nel momento in cui Trump ha insistito con Zelensky nel convincerlo a cedere i territori del Donbass allo scopo di fermare le ostilità e chiudere qui la sanguinosa partita. Al netto rifiuto di congelare la linea del fronte al momento attuale, si sarebbe irritato parecchio, alzando la voce contro Zelensky. L’ambasciatrice ucraina negli USA Olga Stefanishyna ha contestato la diceria che l’atmosfera al vertice si fosse surriscaldata; ha detto che invece è stato “un dialogo” sulla fine della guerra e che i due hanno fatto “piena chiarezza” sui prossimi passi da fare.

Martin King
Martin King

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