Camerun, il 92enne Paul Biya rieletto presidente per l’ottava volta
Il 6 novembre ha iniziato il suo ottavo mandato presidenziale Paul Biya, leader del Camerun dal 1982. Oggi ha 92 anni ed è il presidente più anziano del mondo. La sua vittoria alle elezioni di ottobre non è stata larga. Ha preso il 53,66% delle preferenze, mentre il suo avversario Issa Tchiroma si è fermato al 35,19%. Quest’ultimo però si è dichiarato vincitore, denunciando il risultato ufficiale come un “furto elettorale” e un “golpe costituzionale”.
Proteste represse
Negli ultimi anni ha passato la maggior parte del suo tempo a curarsi in Europa e ha dato le leve del Paese in mano a membri della famiglia e agli alti papaveri del partito di governo. Dopo quarant’anni di Biya al potere, oggi il Camerun ha un’economia stagnante, un alto numero di emigranti e gruppi di ribelli armati che agiscono nel nord e nell’ovest del Paese. Nel suo discorso di inaugurazione al Parlamento, l’anziano presidente ha ringraziato gli elettori e ha promesso di “non risparmiarsi per continuare ad essere degno” della loro fiducia, promettendo di lavorare per un Paese “unito, stabile e prospero”.
Tuttavia appena dopo le elezioni la protesta in diverse parti del Paese. Fonti ONU riferiscono dell’uccisione finora di oltre cinquanta persone da parte delle forze di repressione, che hanno direttamente sparato sui manifestanti o li hanno picchiati e bastonati a morte.
Le congratulazioni dell’ACHPR
Oltre ai terribili fatti di sangue, ha scandalizzato l’opinione pubblica anche la lettera di congratulazioni mandata a Biya dalla Commissione africana sui diritti umani e dei popoli (ACHPR). Ventuno organizzazioni per i diritti civili da vari Paesi del continente hanno inviato un comunicato congiunto in cui esprimono la loro “profonda delusione” verso il gesto di un ente che è stato creato per promuovere e proteggere i diritti umani, non per legittimare o approvare esiti politici di elezioni contestate. Così le congratulazioni a Biya “compromettono l’imparzialità e l’indipendenza della Commissione in qualità di istituzione continenentale” e rappresentano quindi un “segnale pericoloso” in un momento in cui democrazia e diritti sono minacciati gravemente in tutta l’Africa. Del gruppo di organismi che hanno emesso il comunicato fanno parte fra gli altri International-Lawyers.Org, Robert F Kennedy Human Rights, Women in Law and Development in Africa/Mali e World Organisation Against Torture.

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