Cambogia corteggiata da USA e Cina, con l’interessamento laterale di Russia e Giappone

Cambogia corteggiata da USA e Cina, con l’interessamento laterale di Russia e Giappone

4 Luglio 2024 0

Nelle ultime settimane si è visto nel sud-est asiatico una sorta di tiro alla fune tra Cina e Stati Uniti: il premio in palio è rappresentato dal rapporto di favore con la Cambogia. Nel frattempo Russia e Giappone non fanno da semplici spettatori, ma partecipano al gioco cercando accordi di cooperazione con Phnom Penh.

La visita del Segretario USA alla Difesa

Il 4 giugno il segretario americano alla Difesa Lloyd Austin si è recato per una visita storica a Phnom Penh, la prima effettuata su base bilaterale da uno dei vertici del Pentagono. Ha incontrato il premier cambogiano Hun Manet, il presidente del Senato Hun Sen e il ministro della Difesa Tea Seiha. Tali colloqui sono il segno di un nuovo inizio di relazioni amichevoli dopo un lungo periodo di contrasti. Hanno parlato persino di una possibile ripresa delle esercitazioni congiunte Angkor Sentinel e di un ruolo della Cambogia nelle operazioni ONU di peacekeeping. La buona volontà mostrata dagli USA è comunque subordinata all’atteggiamento dei cambogiani verso Pechino. Austin infatti si è detto preoccupato per il rafforzamento dei legami con la Cina e per l’eventualità che la Cambogia le conceda l’utilizzo della base navale di Ream sul golfo del Siam.

Esercitazioni con la Cina

Il viaggio di Austin è avvenuto poco dopo la conclusione delle manovre congiunte fra Cambogia e Cina, denominate Dragone Dorato. Sono state introdotte nel 2016, dopo che le manovre Angkor Sentinel con gli americani erano state sospese. Si tengono annualmente, ma quest’anno sono state persino più larghe del solito. Hanno partecipato infatti più di 2mila soldati di entrambe le parti, 3 navi da guerra cinesi e 11 imbarcazioni cambogiane, prove di operazioni anti-terrorismo con addestramento a fuoco vivo. Oggi Washington spera di riacquisire influenza sul Regno di Cambogia grazie al nuovo primo ministro Hun Manet, che ha studiato a New York. Ma Pechino ha immediatamente reagito alla visita di Austin annunciando nello stesso giorno la nomina del suo nuovo ambasciatore, l’ex portavoce del Ministero degli Esteri Wang Wenbin. È un diplomatico agguerrito, componente della cosiddetta categoria dei “lupi-guerrieri”: dunque è chiaramente un segnale al governo di Phnom Penh.

Cooperazione militare con la Russia

Ad Austin i cambogiani hanno fatto capire con chiarezza che non vogliono schierarsi con una o con l’altra potenza, bensì desiderano sviluppare rapporti amichevoli con tutti i Paesi disposti alla collaborazione. Si inserisce in questo quadro l’incontro del 24 giugno avuto dai capi dell’esercito con i vertici delle forze di terra della Russia. Come riporta il portale Khmer Times, hanno firmato un memorandum di intesa, il primo accordo di questo genere fra i due Stati. Lo scopo è rafforzare la cooperazione militare “sulla base del rispetto e dell’assistenza reciproci”. Il segretario generale dell’Accademia Reale della Cambogia Ian Peu ha dichiarato che le relazioni militari con Mosca “rimarranno forti” indipendentemente dalla situazione in Ucraina.

Si attiva anche il Giappone

Tokyo intanto non resta a guardare. La vicepremier e ministro degli Esteri Yoko Kamikawa andrà a Phnom Penh questa settimana per colloqui con le alte cariche del Regno di Cambogia. L’intenzione è quella di confermare i progressi nella cooperazione bilaterale, per contenere la penetrazione economica e commerciale dei rivali cinesi. Pechino ha infatti lanciato progetti importanti nell’ambito della Nuova Via della Seta, tra cui la prima autostrada cambogiana, la Phnom Penh-Sihanoukville Expressway. Il Giappone non vuole perdere il suo ruolo di protagonista nella regione a favore della Cina: dal 1994 Tokyo ha portato in Cambogia 210 progetti per un totale di investimenti di 3,1 miliardi di dollari. Attualmente però non è affatto semplice mantenere questo ritmo; con la crisi interna, andare a spendere miliardi per costruire infrastrutture in Cambogia potrebbe far perdere ulteriore consenso al governo di Fumio Kishida, crollato a livelli molti bassi di popolarità.

Redazione Strumenti Politici
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