Brasile, sfilano i sostenitori dell’ex presidente Bolsonaro oggi sotto accusa

Brasile, sfilano i sostenitori dell’ex presidente Bolsonaro oggi sotto accusa

18 Marzo 2025 0

L’ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro ha radunato migliaia di manifestanti a Rio de Janeiro per mostrare la sua forza politica e preparare un ritorno in grande stile. I risultati però sono stati al di sotto delle aspettative: per il momento Bolsonaro resta escluso dai giochi e con pesanti pendenze giudiziarie.

La manifestazione

Il 16 marzo si sono riunite alcune decine di migliaia di sostenitori del sessantanovenne Bolsonaro, presidente dal 2019 al 2022. Quest’ultimo sperava di portarne 1 milione sulla spiaggia di Copacabana, sede delle sue precedenti manifestazioni di piazza. Ha dichiarato di sentirsi già candidato alle presidenziali del prossimo anno, nonostante sia interdetto dai pubblici uffici fino al 2030. Il motivo dell’impedimento è costituito dalle sue affermazioni – senza prove – sulle frodi perpetrate col sistema di voto elettronico. Indossando la casacca verdeoro della nazionale di calcio, ha proclamato: A tutti quelli che a Brasilia non mi amano, voglio dire: le elezioni senza Bolsonaro sono la negazione della democrazia in Brasile.

Richiesta di amnistia

L’altra richiesta fatta da Bolsonaro e dai suoi sostenitori riguarda l’amnistia ai condannati per i tumulti dell’8 gennaio 2023, quando nella capitale centinaia di persone assaltarono il Congresso nazionale, la Corte Suprema e il palazzo presidenziale. Bolsonaro ha promesso di far passare una legge per garantire loro il perdono: Si tratta di innocenti che non avevano contezza né controllo su quanto stavano facendo. Che democrazia è quella che arresta gli innocenti… Senza libertà di espressione non c’è democrazia. I rivoltosi erano entrati con la forza nelle sedi istituzionali chiedendo che i militari deponessero il presidente Luiz Inácio Lula da Silva, tuttora in carica. Le immagini di Brasilia avevano immediatamente rievocato quelle di Washington del 2021. Per l’assalto al Campidoglio Trump è stato scagionato dalle accuse di incitamento alla sovversione e lo stesso vorrebbe fare Bolsonaro.

Bolsonaro come Trump?

Bolsonaro si definisce vittima di una persecuzione politica finalizzata a impedirgli di correre alle presidenziali del 2026. Chiamato “il Trump dei tropici”, desidera avere in comune col presidente americano non solo le accuse di istigazione alla rivolta, ma anche il ritorno al potere. Sul palco di Copacabana ha fatto appendere l’immagine di Trump che alza il pugno di aria dopo il tentativo di assassinio dello scorso luglio in Pennsylvania. Gli inquirenti gli contestano di aver orchestrato il tentativo di rovesciamento del presidente regolarmente eletto. Il 25 marzo la Corte Suprema deciderà se vi saranno prove sufficienti per processarlo. In caso di condanna, rischia oltre 40 anni di carcere.

Commenti e previsioni

Il politologo Paulo Kramer, che ha lavorato alla campagna elettorale di Bolsonaro del 2018, considera già “sostanzialmente persa” la prima battaglia alla Corte Suprema. Spiega quindi che Bolsonaro conta moltissimo sull’appoggio esplicito dei cittadini: occupare le piazze è un modo per riaffermare la sua leadership. Anche il professore di diritto Thiago Bottino ritiene vi siano abbastanza elementi affinché la Corte lo mandi a giudizio, dunque vede questo esito come altamente probabile. L’accademico Paulo Henrique Cassimiro dell’università statale di Rio de Janeiro inquadra la manifestazione di domenica come un tentativo dell’ex presidente di presentare sé stesso e i suoi sostenitori, oggi incarcerati, come dei “patrioti innocenti”. Una dimostrazione di forza politica potrebbe forse garantirgli un’amnistia successiva all’eventuale condanna, ma oggi in piazza ha radunato troppa poca gente.

Redazione Strumenti Politici
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