Bhutan: malcontento e polemiche sul prezzo della benzina comprata dall’India

Bhutan: malcontento e polemiche sul prezzo della benzina comprata dall’India

9 Maggio 2022 0

Il Bhutan reclama con l’India per il trattamento sfavorevole che gli viene riservato rispetto al vicino Nepal. Oggetto del contendere è il prezzo del carburante: le imprese pubbliche indiane vendono la stessa benzina a Nepal e Bhutan, ma a quest’ultimo fanno pagare un sovrapprezzo per il quale non danno alcuna spiegazione concreta, ma solo giustificazioni facilmente smentibili. Il vantaggio per i nepalesi sembrerebbe derivare dalla presenza dell’accordo bilaterale fra la Indian Oil Corporation (IOC) e la Nepal Oil Corporation (NOC), che è stato rinnovato lo scorso marzo. Il Bhutan ha richiesto sia in via ufficiale che in maniera informale una copia del patto, per poterne studiare l’applicabilità e quindi eventualmente proporlo all’India, ma i due Paesi in questione hanno rifiutato con la motivazione che si tratta di un testo “riservato”. Da mesi il Bhutan chiede all’India una diminuzione del costo o almeno la dimostrazione di come viene formato il prezzo. Ormai fra i cittadini bhutanesi serpeggia il malcontento e la frustrazione e stanno iniziando le proteste: la scorsa settimana, a seguito dell’ennesimo aumento del diesel, si sono fermati venti autotrasportatori che portavano rifornimenti alla parte occidentale del Paese. A convincerli a concludere le consegne è stato un responsabile della Tashi Bhutan Oil Distributor nella città di Phuentsholing, che ha chiesto loro di sospendere le rimostranze fino al 16 maggio, quando forse verrà trovata una soluzione. Le rivendicazioni riguardano anche le tariffe di trasporto, rimaste ferme al 2017, mentre quelle di autobus e taxi vengono corrette due volte all’anno dall’Autorità per la Sicurezza stradale e i Trasporti. I camionisti affermano che senza un ritocco delle tariffe saranno impossibilitati a continuare il lavoro. L’aumento costante del prezzo del carburante impedisce loro di pagare le spese e ha bruciato i margini di guadagno. Il Ministero dell’Economia è stato informato della situazione e sta lavorando a una via di uscita dall’impasse.

La reticenza e le risposte evasive di indiani e nepalesi stanno trasformando una questione commerciale in una vicenda di sospetti, sfiducia e sentimenti nazionalistici. Tutte le spiegazioni fornite (peraltro mai per iscritto o in via ufficiale) si sono rivelate fallaci: a conti fatti, non reggono nè la maggiore distanza dai punti di carico né le migliori infrastrutture verso il Nepal. In Bhutan ritengono che la contesa non sia difficile da comporre attraverso la diplomazia, ma le controparti indiane e nepalesi non acconsentono a sedersi attorno a un tavolo e a chiarire i dubbi. Nel recente vertice fra il ministro degli Esteri bhutanese Tandi Dorji e il suo omologo indiano Subrahmanyam Jaishankar, il tema non è stato affrontato a causa dei numerosi punti in programma e della brevità dell’incontro, durato appena 30 minuti. Adesso però il governo bhutanese ha espresso apertamente l’intenzione di rinegoziare il prezzo della benzina con l’India. Secondo il ministro degli Esteri Dorjil’ occasione sarà il rinnovo del memorandum di intesa con la IOC, previsto per la prossima settimana. Il memorandum permette di instaurare un meccanismo di regolazione dei prezzi della benzina, che la IOC vende al Bhutan dal 1972; esso era stato firmato per la prima volta nel 2005 ed è scaduto nel 2020, ma non era stato prolungato per l’impossibilità dovuta alla pandemia di condurre le trattative.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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