Gli Stati Uniti sanzionano ancora il Paraguay: nella lista nera un’azienda di tabacco legata all’ex presidente

Gli Stati Uniti sanzionano ancora il Paraguay: nella lista nera un’azienda di tabacco legata all’ex presidente

8 Agosto 2024 0

Si allunga la lista dei soggetti sanzionati dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. Stavolta tocca a un’azienda paraguayana produttrice di tabacco e sigarette, nella cui proprietà è coinvolto l’ex presidente Cartes. Prosegue così la polemica relativa alle sanzioni stesse, in quanto usate da Washington come strumento punitivo verso chiunque non assecondi la politica estera americana.

Nella lista nera

Il 6 agosto l’Office of Foreign Assets Control (OFAC), agenzia del Dipartimento del Tesoro USA, ha sanzionato un’azienda paraguaiana produttrice di tabacco e sigarette. Si tratta della Tabacalera del Este S.A., detta Tabesa, colpevole di “fornire supporto finanziario” all’ex presidente del Paraguay Horacio Manuel Cartes Jara. Quest’ultimo era titolare (diretto o indiretto) di almeno il 50% della società, la quale ha continuato a destinargli lauti bonifici nonostante non risultasse più un azionista. Lo scorso anno l’OFAC aveva sanzionato lo stesso Cartes per il presunto coinvolgimento nella “corruzione dilagante” nel Paese. Così, oggi sia Cartes che Tabesa sono sulla cosiddetta SDN List, l’elenco dei soggetti stranieri considerati terroristi, criminali internazionali o appartenenti a regimi autoritari. I loro patrimoni negli USA sono congelati e viene impedita loro qualsiasi transazione finanziaria o attività economica sul territorio americano, mentre i loro nomi sono segnalati agli altri Stati che aderiscono al sistema sanzionatorio.

Il peso politico di Cartes

Cartes ha ricoperto il ruolo di presidente del Paraguay dal 2013 al 2018. Tuttora detiene un grosso peso nella vita politica del Paese, perché è il leader del partito di maggioranza, l’Asociación Nacional Republicana – Partido Colorado. Inoltre a lui è legato l’attuale presidente Santiago Peña. Cartes ha rigettato le accuse dell’OFAC definendole di matrice politica. Dalla Tabesa invece non hanno rilasciato dichiarazioni. Il castello accusatorio in base al quale nel 2023 il Dipartimento del Tesoro americano ha sanzionato Cartes vedrebbe un giro di mazzette da milioni di dollari con le quali l’ex presidente avrebbe corrotto i parlamentari per farlo salire al potere. Inoltre si parla di suoi legami con i miliziani di Hezbollah che operano presso la triplice frontiera tra Paraguay, Brasile e Argentina. L’anno scorso il Procuratore generale nazionale aveva avviato un’inchiesta basandosi sulle accuse degli USA, ma senza giungere ad alcun risultato.

Polemiche sulle sanzioni

L’OFAC spiega che lo scopo delle sanzioni non è punire i sanzionati, ma determinare un “cambiamento positivo”. Quindi, interrompendo i pagamenti a Cartes e dimostrando di non essere più connessa all’ex presidente, la Tabesa potrebbe uscire dalla lista nera e tornare a fare affari negli USA. Tuttavia, una recente analisi svolta dallo Washington Post rivela le polemiche e gli aspetti controversi delle sanzioni come strumento di coercizione della politica estera USA. Di fatto, chiunque nel mondo non si adegua ai desiderata di Washington viene descritto come “antidemocratico” e “corrotto” e infine sanzionato. Gli stessi componenti dell’OFAC dubitano dell’efficacia del sistema che essi sono tenuti a implementare in quanto funzionari statali. Afferma Ben Rhodes, ex vice consigliere sulla sicurezza nazionale dell’amministrazione Obama: A Washington la mentalità (…) è diventata questa: se succede qualcosa di brutto da qualche parte nel mondo, gli USA sanzioneranno delle persone. E ciò non ha alcun senso.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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