Nella Svezia senza contante aumenta la criminalità digitale oltre a quella di strada

Nella Svezia senza contante aumenta la criminalità digitale oltre a quella di strada

5 Luglio 2024 0

Da Stoccolma giungono notizie allarmanti per i sostenitori della società cashless. Tempi duri per coloro che decantano il modello scandinavo di progresso e di integrazione. Sono infatti diventate un’emergenza anche le frodi digitali sulle operazioni più semplici. La Svezia era uno dei Paesi europei più accoglienti e sicuri, mentre oggi è ai primi posti nella classifica continentale della criminalità. Interi quartieri sono in mano alle gang composte da immigrati, ma con la criminalità digitale sono a rischio pure i conti correnti.

Numeri sconcertanti

In vent’anni la Svezia è passata da un livello quasi nullo di reati con armi da fuoco a cifre altissime. Nell’ultimo decennio il tasso di omicidi commessi con pistole e fucili è addirittura triplicato. Una delle cause è l’afflusso illegale di ordigni dall’estero, di cui una parte consistente si pensa arrivi dall’Ucraina. Questi dati hanno offuscato l’attenzione dei media rispetto a un’altra problematica in forte crescita: le frodi digitali. Nel 2023 i criminali informatici hanno accumulato qualcosa come 1,2 miliardi di corone, pari a circa 105 milioni di euro, il doppio rispetto al 2021.

Proprio perché è stata la più solerte di tutti a spingere i cittadini a preferire i pagamenti elettronici rispetto al contante, oggi Stoccolma è un caso di studio per le polizie europee su come combattere la criminalità digitale. Negli anni ‘90, a seguito dell’aumento delle rapine a mano armata, la Svezia aveva iniziato a pubblicizzare più intensamente i pagamenti con carta. Nel 2022, secondo un sondaggio della Banca Centrale, appena l’8% degli svedesi aveva usato i contanti per la loro transazione più recente. Il Fondo Monetario Internazionale dice che, insieme alla Norvegia, oggi in Europa il Paese col minor numero di bancomat è proprio la Svezia.

Furti digitali in aumento

La criminalità informatica si sta specializzando nel prelevare denaro dai piccoli conti correnti, senza più limitarsi a piazzare colpi grossi e quindi rischiosi. Se la prendono ad esempio con chi fa piccole vendite di merce di seconda mano. I truffatori riescono a far sembrare perfettamente legali le loro operazioni, così che quando le vittime capiscono l’inganno è già troppo tardi. Le autorità fanno pressione sulle banche affinché implementino misure di sicurezza più stringenti. In questo modo però rendono la vita complicata non solo ai malintenzionati, ma anche alle persone comuni. Alla fine l’effetto di meccanismi più difficili è di rallentare l’economia ed erodere la fiducia dei cittadini nei sistemi cashless, al tempo stesso non contrastando abbastanza i fenomeni di illegalità.

Daniel Larson, procuratore specializzato in crimini economici, ammette che vi è stato un “errore strategico”. L’attenzione del pubblico si focalizza giustamente sulla violenza di strada e sui delitti con arma da fuoco, mentre non viene fatto abbastanza per fermare l’illegalità nei pagamenti elettronici. Ma anche grazie a quest’ultima le bande organizzate ottengono denaro per le loro attività peggiori. Larson dice che la Svezia è diventata la “Silicon Valley dell’imprenditoria criminale”, quella capace di costruire sofisticate reti di società fasulle per accedere al sistema svedese di welfare e trarne il maggior profitto possibile.

Ci guadagnano le banche

Come pure in Italia, uno dei modi per convincere i cittadini a passare ai pagamenti elettronici è di instillare nell’opinione pubblica l’idea che il contante sia uno strumento per acquisti illegali e per evadere il fisco. Oggi la Banca Centrale svedese riconosce che vi sono state delle esagerazioni in questo senso. Erik Thedeen, governatore della Sveriges Riksbank, ha dichiarato che occorre fare chiarezza: vi sono ancora persone oneste che usano il contante.

Le autorità si sono accorte che il sistema BankID per i pagamenti digitali ha finito per essere proprio il punto debole di tutta l’impalcatura cashless. BankID è una sorta di firma digitale che dovrebbe garantire la rapidità e la sicurezza dei pagamenti, soprattutto da quando nel 2010 è disponibile sui telefonini. Anche le agenzie governative l’hanno adottata, ma facendo così hanno aperto la porta degli affari bancari e statali alle organizzazioni criminali. BankID è controllato da un consorzio di istituti di credito privati, fra cui Swedbank, SEB e Svenska Handelsbanken, i quali guadagnano bene dal loro servizio di gestione delle transazioni digitali. L’ufficio di vigilanza finanziaria di Stoccolma sta valutando l’obbligo per le banche di rimborsare i clienti raggirati, sull’esempio dato dalla Gran Bretagna. Per il momento, però, è ancora forte negli svedesi il riserbo e la vergogna nel denunciare di essere stati vittime delle falle della società cashless.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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