Armare Zelensky non porta bene: accusati di sabotaggio e abuso di potere gli ex ministri della Slovacchia

Armare Zelensky non porta bene: accusati di sabotaggio e abuso di potere gli ex ministri della Slovacchia

29 Giugno 2024 0

L’assistenza militare all’Ucraina è stata fin da subito un tema scottante sotto tutti gli aspetti. In questi due anni si sono visti scandali di dimensioni proporzionate alle cifre miliardarie in ballo. In Estonia i numeri pare siano stati gonfiati, mentre nella stessa Ucraina sono stati ripetutamente licenziati funzionari in odore di tangenti sulle forniture belliche. In Slovacchia oggi sono sotto accusa l’ex premier e l’ex Ministro della Difesa che, come governo provvisorio, non avrebbero potuto cedere a Kiev l’intera flotta nazionale di MiG-29. Adesso rischiano un procedimento penale piuttosto serio.

Pesanti accuse

Il segretario di Stato alla Difesa Igor Melicher ha presentato quattro dossier contro l’ex premier Eduard Heger e l’ex ministro della Difesa Jaroslav Naď. La questione riguarda la donazione all’Ucraina che lo scorso anno i due politici hanno disposto per tredici MiG-29 di fabbricazione sovietica che costituivano l’intera flotta slovacca, oltre a due sistemi antiaerei KUB. Li ha accusati di sabotaggio, abuso di potere e violazione nella gestione di proprietà statale. Ma all’ex ministro attribuisce una colpa ancora peggiore. Ha infatti dichiarato: Sono convinto che Nad’ abbia tradito la Slovacchia. L’attuale della ministro Difesa Robert Kaliňák ha usato le stesse parole: Indebolire le Forze armate in questo modo è una violazione della Costituzione e non può essere descritta dal nostro vocabolario politico se non come tradimento. Non so se ciò configuri anche una fattispecie di crimine, ma quella è una persona che ha rinnegato i nostri valori nazionali.

L’argomento principale dell’accusa è che il governo, essendo ad interim, aveva facoltà limitate su decisioni importanti di politica estera. E in questo caso si trattava di una decisione estremamente delicata, che ha lasciato indifesi i cieli del Paese e ha messo a rischio la sicurezza dei cittadini, come ha detto Melicher. Il quale ha aggiunto: Questi due signori sono riusciti a disarmare la Slovacchia meglio di qualunque altro nemico. Il governo Heger era provvisorio, dunque il suo mandato non contemplava la possibilità sul piano costituzionale di fare quanto ha fatto. E non ha nemmeno chiesto l’approvazione del Parlamento alla cessione dei jet. L’accusa dubita poi che abbiano effettivamente condotto un’analisi legale sulla possibilità di compiere l’operazione, come invece sostengono Heger e Nad’. Costoro affermano di aver ricevuto il benestare dei giuristi. Melicher, però, dice che sui documenti mancano elementi formali indispensabili, quali ad esempio le controfirme.

Le polemiche erano iniziate subito

La questione è stata fin da subito dibattuta e controversa. Zelensky aveva chiesto a Heger i MiG-29 nel corso di un summit nel febbraio 2023. A marzo il governo aveva detto di sì, sebbene le opposizioni avessero immediatamente sollevato l’incostituzionalità di tale mossa. Secondo Vincent Bujnak, costituzionalista dell’Università Comenius di Bratislava, il voto favorevole del Parlamento non sarebbe bastato a legittimare la decisione. Infatti, dopo aver sfiduciato il governo, il Parlamento non poteva ergersi al di sopra della Costituzione. Bujnak suggeriva che il premier chiedesse un parere alla Corte Costituzionale, ma sapeva che il procedimento avrebbe richiesto mesi, se non addirittura anni. Soprattutto sapeva che Heger temeva un responso negativo. Poiché il dettato costituzionale non specifica in dettaglio in cosa consistano “gli affari internazionali fondamentali” dei quali un governo provvisorio non si può occupare, Heger ha sfruttato tale indeterminatezza.

Gli imputati replicano

Heger e Nad’ dicono di aver chiesto un parere legale prima di procedere con la cessione dei velivoli. La risposta che hanno ottenuto è che per decisioni di carattere strettamente militare come quella potevano evitare di ottenere il voto parlamentare positivo. A occuparsi dell’analisi legale della questione sono stati – secondo Nad’ – il Ministero della Difesa e il ministro della Giustizia Viliam Karas. Melicher sostiene invece che non vi è la prova di tale consultazione e insiste a dire che per una decisione di politica estera così significativa ci sarebbe voluta l’approvazione del Parlamento.

I due accusati passano poi sul piano dell’opportunità politica e morale della loro azione. È sempre Nad’ a sostenere la bontà della decisione: Concedere equipaggiamento bellico all’Ucraina non rappresentava solamente una questione morale, ma anche un chiaro allineamento della Slovacchia all’Occidente. Dunque, per lui la priorità slovacca era di mostrarsi ligia alla narrazione unica sul conflitto ucraino e di essere pronta ad accontentare i desiderata di Washington e Bruxelles, persino più di quanto ci si aspettasse. Bratislava era infatti stata fra i primi a concedere assistenza militare a Kiev, dando gli obici Zuzana 2 e gli elicotteri Mi-2, oltre ai sistemi anti-aerei S-300. Per questa buona volontà, secondo Heger Washington avrebbe premiato la Slovacchia con attrezzature militari per un valore di 700 milioni di dollari.

Caccia donati, caccia acquistati

Quella del governo Heger è stata una mossa sia politica che pratica. Infatti i caccia erano a terra in attesa di manutenzione dal 2022. La loro preparazione dipendeva infatti da specialisti russi che evidentemente non potevano più essere invitati a Bratislava per una trasferta di lavoro del genere. Poiché l’aviazione ucraina è dotata dei medesimi velivoli, i MiG-29 slovacchi potevano tornare comunque utili, se non altro per i pezzi di ricambio. Gli accusati quindi spiegano che tanto valeva cedere degli aerei vecchi e inutilizzabili, visto che sarebbero stati rimborsati dallo European Peace Facility. Definito dal Consiglio Europeo come “strumento di prevenzione dei conflitti, di costruzione e mantenimento della pace”, si tratta tra le altre cose di un meccanismo di compensazione finanziaria per la fornitura di armamenti all’Ucraina.

Per quanto riguarda la difesa dello spazio aereo, a questo scopo la Slovacchia usa i sistemi anti-aerei Patriot e Mantis. E in quanto membro della NATO la proteggono l’aviazione ungherese, ceca e polacca. Le obiezioni dei partiti non al governo erano di natura non solo giuridica, ma anche politica. Il timore è che Bratislava finisca direttamente coinvolta nel conflitto. È un rischio che Heger ha voluto correre, sapendo che la sua iniziativa avrebbe potuto sbloccare l’invio di aerei e di altri armamenti potenti da parte dei membri della NATO. E così è stato, perché hanno seguito il suo esempio la Polonia e in seguito gli Stati che dispongono di caccia F-16, varcando l’ennesima “linea rossa” nelle forniture militari all’Ucraina. In cambio dei Mig-29, la Slovacchia dovrebbe ottenere degli F-16 ordinati agli Stati Uniti. La consegna però ha subito un forte ritardo a causa della pandemia e della carenza di chip.

Un clima teso

Le accuse sui caccia all’Ucraina fa parte del clima teso che si respira a Bratislava. La discussione politica ha subito una forte polarizzazione, con l’etichetta di “estremista” e di “filo-” affibbiata a chiunque dubiti della narrazione ufficiale euroatlantica. E vi è stato il terribile episodio del tentativo di assassinio del premier Robert Fico, fortunatamente sopravvissuto ai colpi di pistola del solito “pazzo solitario”. Ma la campagna elettorale per le europee è stata prudentemente sospesa su invito del presidente eletto Peter Pellegrini. L’assistenza militare all’Ucraina è stata fin da subito un tema scottante sotto tutti gli aspetti. In questi due anni si sono visti o intravisti scandali di dimensioni proporzionate alle cifre miliardarie in ballo.

In Estonia i numeri pare siano stati gonfiati, mentre nella stessa Ucraina sono stati ripetutamente licenziati funzionari in odore di tangenti sulle forniture belliche. In Slovacchia oggi sono sotto accusa l’ex premier e l’ex Ministro della Difesa che, come governo provvisorio, non avrebbero potuto cedere a Kiev l’intera flotta nazionale di MiG-29. Adesso rischiano un procedimento penale piuttosto serio.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

Iscriviti alla newsletter di StrumentiPolitici

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.