Bhutan, per il nuovo governo subito il nodo economia e prigionieri politici
Il 25 gennaio ha iniziato il suo secondo mandato da primo ministro Tshering Tobgay, leader del People’s Democratic Party. È il quarto premier del Bhutan in ordine in tempo dalle prime elezioni libere tenutesi nel 2007. Il re Jigme Khesar Namgyel Wangchuck ha ufficializzato la sua nomina consegnandoli la sciarpa cerimoniale.
La sfida economica del nuovo governo
Togbay, già premier dal 2013 al 2018, si trova oggi a dover risollevare un’economia messa in crisi dalla pandemia e dalla forte emigrazione di giovani in cerca in lavoro, soprattutto verso l’Australia. Il fatto di essere territorialmente incastrato fra Cina e India impone al Bhutan il costante confronto con le pretese e gli aiuti di Pechino o di Nuova Delhi. Proprio il rapporto con l’India vede una serie di alti e di bassi: il nuovo premier ha comunicato che desidera mantenere relazioni profonde e positive, dopo che nel 2022 vi erano state lamentele per il trattamento sfavorevole che sarebbe stato riservato sulla questione del prezzo del carburante.
A quanto pare, le imprese pubbliche indiane vendevano la benzina al vicino Nepal a un prezzo inferiore senza che vi fossero concrete giustificazioni. Anche da parte dell’India oggi viene formalizzata l’intenzione di dare più sostegno ai bhutanesi: il Ministero delle Finanze ha infatti pubblicato il budget temporaneo (l’approvazione finale è attesa per luglio) nel quale il Bhutan risulta essere il maggiore beneficiario dei prestiti e delle donazioni di Nuova Delhi con 2400 crore, più delle Maldive e molto più del concorrente Nepal.
Felicità e prigionieri politici
Il governo appena insediatosi è già stato esortato a risolvere la contraddizione fra la tanto pubblicizzata “felicità” dei bhutanesi e il fatto che vi siano ancora almeno 36 cittadini tenuti in carcere come prigionieri politici. Il Bhutan promuove infatti il cosiddetto indice di felicità o Gross National Happiness index (GNH), presente nella Costituzione e che dovrebbe fare da guida politica per favorie uno sviluppo socio-economico sostenibile ed equo, la difesa dell’ambiente, promozione della cultura e il buon governo.
Tuttavia lo scorso anno il Paese è scivolato addirittura dal 95° posto del 2019 al 97° del 2023 nella classifica mondiale della felicità redatta dalla società di sondaggi Gallup nella quale da sei anni primeggia la Finlandia. L’associazione per i diritti umani Human Rights Watch (HRW) ha inviato ha inviato a Togbay subito dopo la sua elezione una lettera aperta per chiedergli di liberare i prigionieri politici, definiti “anti-nazionali” dalle leggi locali. Molti di loro erano stati condannati prima della transizione democratica del 2008, dunque patiscono un ergastolo comminato da processi ormai considerabili iniqui a tutti gli effetti.
Elaine Pearson, responsabile di HRW per l’Asia, chiede al nuovo governo di conformarsi all’immagine che il Bhutan dà di sé stesso all’estero come di un Paese che tiene alla felicità dei suoi cittadini e che promuove l’ideale della compassione. In passato vi erano già state amnistie, concesse sia dall’attuale regnante che dal suo predecessore.
Vive a Mosca dal 2006. Traduttore dal russo e dall’inglese, insegnante di lingua italiana. Dal 2015 conduce conduce su youtube video-rassegne sulla cultura e la società russa.