Sostituire Zelensky: torna alla carica su Vogue l’ex generale Zaluzhny con articolo e foto ammiccanti

Sostituire Zelensky: torna alla carica su Vogue l’ex generale Zaluzhny con articolo e foto ammiccanti

31 Agosto 2025 0

La corsa alla carica di presidente dell’Ucraina riparte per l’ex generale Valery Zaluzhny da un articolo su Vogue. Foto ammiccanti e contenuti che lo avvicinano all’ucraino medio, per delineare la sua immagine di leader civile più che militare. The American Conservative lo definisce un tentativo di “rebranding” per essere accettato dal popolo come futuro presidente. In realtà le sue quotazioni erano già molto alte e Zelensky infatti lo temeva. Così lo ha licenziato e allontanato dal Paese, mandandolo a Londra, dove da più di un anno è ambasciatore presso il Regno Unito. In Occidente e in particolare negli USA lo vedono come il soggetto adatto a sostituire Zelensky, per via elettorale o anche con una deposizione in piena regola appoggiata da Washington.

Abiti eleganti e infanzia felice

Il giornale Vogue ha ospitato alla fine di luglio un articolo scritto dall’ex comandante in capo delle Forze Armate ucraine Zaluzhny, con annessa sessione fotografica per la famosa rivista di moda. Il pezzo è apparso nell’edizione dedicata ai “leader” nazionali. Tuttavia l’ambasciatore non ha mai dichiarato la sua intenzione di correre per la leadership ucraina né ha mai detto di voler partecipare a un’elezione. Forse perché non ne ha bisogno. L’articolo dà l’impressione di essere uno sforzo di rebranding. Col mostrarsi in abiti eleganti invece che in tenuta da guerra, quella con cui gli ucraini erano abituati a vederlo, Zaluzhny si è umanizzato. Nell’articolo parla della sua infanzia e non menziona mai la carriera nei ranghi militari né le sue strategie sul campo di battaglia contro la Russia.

Invece di riferirsi a strateghi o storici militari, Zaluzhny cita Vasyl Alexandrovich Sukhomlynsky, intellettuale ed educatore ucraino che evidenziò la bellezza e la natura, la preziosità della vita umana e la santità del portare gioia agli altri. Zaluzhny ha ambientato la sua infanzia felice sullo sfondo dei suoi insegnamenti, secondo cui “gli anni dell’infanzia sono anzitutto un’educazione del cuore”. Sukhomlynsky, spiega, diceva si è bambini quando “le qualità morali, l’intelligenza emotiva e la capacità di avere empatia si sviluppano”.

Benevolo pure verso i russofoni

Sono toni e termini molto diversi da quelli che gli ucraini sono abituati a sentire dal loro eroico comandante. Zaluzhny si presenta attentamente come uomo del popolo. Sono nato nel 1973 in una normale città ucraina, in una normale famiglia ucraina, scrive. Aggiunge di essere cresciuto in una casa dove “tutti parlavano ucraino” e in un villaggio dove “si cantavano molte canzoni ucraine”. È cresciuto nella “modesta casa del nonno”, dove non c’era “un solo libro russo”. Quando era bambino, il russo era la lingua dei bulli del posto; da adulto, la Russia è “il nemico più crudele dai tempi del nazismo”. Mette una grossa enfasi sulle persone che sono unite nello Stato di Ucraina.

Sembra fare addirittura una concessione ai russi etnici nel Paese, aderendo alla speranza di un futuro che “non sia totalitario unipolare” e che “almeno abbia un chance di valori democratici”. Questo tono e queste apparenti concessioni si distaccano dalla politica monolingue del governo di Kiev a partire dal golpe del 2014, che ha cercato di cancellare qualunque traccia della lingua e della cultura russa.

Un uomo comune

La maggior parte dell’articolo di Zaluzhny non è particolarmente stimolante. Presenta dieci “lezioni” che gli ucraini hanno imparato “negli ultimi anni che sono stati estremamente difficili”. Ci si potrebbe attendere di più da un ex generale di un tale livello. Le lezioni includono temi come la necessità di essere “amici coi propri vicini” e “capaci di difendersi da quelli che non vogliono essere amici” e la consapevolezza che “la risorsa più preziosa in guerra sono le persone”. L’impressione è che lo scopo del pezzo non sia tale contenuto ovvio, ma il riposizionare Zaluzhny come uomo umile e ponderato.

Poi naturalmente ci sono le foto fatte dalla fotografa ucraina di moda Anna Daki. Dopo oltre un anno di servizio come ambasciatore, svolto in modo abile ma silenzioso, Zaluzhny ripiomba sulla scena di Kiev con un articolo e una serie di ritratti che lo presentano nuovamente ai suoi connazionali non come un ruvido militare, ma come un uomo comune col quale identificarsi e che, a differenza di Zelensky, sa indossare giacca e cravatta invece della mimetica.

Zelensky non era popolare nemmeno prima

La tempistica del ritorno di Zaluzhny non avrebbe potuto essere più dannosa di così per il presidente Zelensky, il quale per la prima volta dall’inizio delle ostilità deve affrontare resistenze, imbarazzi e proteste in casa e feroci critiche in Europa. Certo, oggi è facile dimenticarsi che prima della guerra l’ex attore non era molto popolare. Nel 2021 i sondaggi mostravano il rapido declino del suo gradimento. Secondo alcuni dati, era indietro rispetto al partito Piattaforma di Opposizione – Per la Vita, che lui ha fatto bandire a guerra iniziata. Durante il conflitto Zelensky ha cambiato la sua immagine da nemico della corruzione che avrebbe siglato la pace con la Russia a eroico condottiero. La sua popolarità è salita alle stelle, raggiungendo un picco dell’84%.

Esaltato come leader alla Churchill, è asceso al pantheon ucraino quando ha sdegnosamente rifiutato l’offerta americana di farlo scappare, pronunciando la battuta hollywoodiana “La lotta è qui. Ho bisogno di munizioni, non di un’auto”. Una frase grandiosa, ma è possibile che Zelensky non l’abbia detta veramente. Il New York Times riferisce che l’équipe di Biden la considera una storia apocrifa… ma è stata impressa dalla mitopoiesi, che è un mezzo comune di guerra.

Zaluzhny molto più popolare anche prima

Col proseguire degli scontri, con le occasioni di pace che non venivano colte, con gli ucraini che soffrivano per mano di un vicino più potente, il gradimento di Zelensky ha cominciato a diminuire. Un’indagine demoscopica Gallup realizzata verso fine 2024 stabiliva il drastico calo dall’84% al 60%. Nel frattempo Zaluzhny si delineava come capo militare capace e superava il presidente in popolarità. Il Kyiv International Institute of Sociology rilevava a dicembre 2023 che la fiducia in Zelensky era scesa al 62% e che l’88% degli ucraini si fidava di Zaluzhny.

Sondaggi interni mostravano un divario ancora più largo, fissando al 32% il livello netto di fiducia in Zelensky, mentre quello di Zaluzhny al 70%. Il giornale britannico The Economist ipotizzava che il presidente avrebbe perso una futura elezione con uno scarto dal 30% al 65% rispetto al generale. Un ex alto funzionario del governo ha affermato di aver visionato rilevamenti privati che addirittura parlano di un sostegno a Zelensky sotto il 10%. Quelli visti dal sociologo Volodymyr Ishchenko riportano la cifra del 16%.

Gli epurati

A febbraio 2024 il New York Times riferiva che il gradimento di Zelensky era sceso, mentre Zaluzhny aveva conservato livelli importanti di sostegno, dando così adito alla previsione che quest’ultimo sarebbe stato un potenziale sfidante alle prossime elezioni e che i due siano rivali politici. È stato a quel punto che il presidente ha licenziato il generale e lo ha esiliato a Londra come ambasciatore. Zaluzhny non è stato né il primo né l’ultimo ad essere eliminato in quanto minaccia a Zelensky. All’inizio della guerra il partito Piattaforma di Opposizione – Per la Vita di Viktor Medvedchuk stava superando il presidente nei sondaggi: così questo politico vicino al Cremlino è stato sanzionato e arrestato e il suo partito è stato bandito.

Poi sono stati sanzionati anche altri avversari importanti quali l’ex presidente Petro Poroshenko e l’ex consigliere Oleksiy Arestovych. Secondo altri sondaggi visti da Ischenko un altro che ha una popolarità superiore al presidente è il capo dei servizi segreti del Ministero della Difesa Kyrylo Budanov, il quale ha recentemente asserito che Zelensky ha tentato di silurarlo nove volte, ma non ci è riuscito a causa delle pressioni dell’Ambasciata USA di Kiev.

Reputazione di Zelensky compromessa

Per Zelensky la situazione può soltanto peggiorare. E di molto. Con la reale possibilità che le Forze armate ucraine crollino, coi sogni di adesione alla NATO andati in frantumi, con la prospettiva di ingresso nella UE rimandata sempre più in là, con la mobilitazione forzata grandemente impopolare, la gloria del presidente sta svanendo. Presto gli ucraini potrebbero vederlo come uno dei cattivi. La sua immagine è uscita ancora più offuscata dopo che ha siglato una norma per togliere indipendenza alle agenzie anti-corruzione del Paese. Le cose sono peggiorate quando le proteste hanno invaso le strade di Kiev, forzandolo a firmare una legge per ristabilire la situazione precedente. Per la prima volta Zelensky è stato apertamente criticato sia dai cittadini che dai vertici europei nonché costretto a invertire il suo corso su una questione politica significativa.

Il danno alla sua reputazione ormai è avvenuto. Le agenzie anti-corruzione stavano indagando funzionari statali, deputati, ministri e soggetti della cerchia interna di Zelensky. La sua mossa diretta a proteggerli è parsa subito come autoritaria e in difesa della corruzione. Un ex membro dell’amministrazione presidenziale ha riportato al giornale britannico The Spectator l’opinione dei funzionari ucraini, secondo cui Zelensky sta prolungando la guerra allo scopo di mantenere il potere. Inoltre un sondaggio mostra che il 70% degli ucraini credono i loro leader stiano sfruttando il conflitto per arricchirsi.

Le rivelazioni di Hersh

L’uscita di Zaluzhny su Vogue proprio adesso fa male a Zelensky non soltanto perché capita proprio nel mezzo dei guai in cui oggi arranca il presidente, ma anche perché gli USA vedono il generale-ambasciatore come la figura migliore per sostituire Zelensky in un colpo di Stato. Il 18 luglio lo scriveva il giornalista di lungo corso Seymour Hersh, famoso per aver spesso riportato notizie vere che inizialmente erano state rigettate come false o tendenziose. In realtà su Zaluzhny non scrive nulla di nuovo, ma lo scoop è questo: Mi hanno riferito funzionari bene informati a Washington che il posto potrebbe venirgli dato entro pochi mesi.

Gli hanno anche detto che Zelensky verrà esiliato nel momento in cui lo deciderà Trump e che se non se ne andrà volontariamente sarà costretto con la forza. Qualche giorno dopo si sono espressi in merito anche i servizi segreti esteri della Russia, forse dicendo la verità o forse facendo disinformazione. Affermano di essere a conoscenza di un incontro segreto sulle Alpi fra i rappresentanti di USA e Regno Unito e il capo dell’ufficio presidenziale ucraino Andrii Yermak, Budanov e Zaluzhny. Lo scopo era di discutere “la prospettiva di sostituire Zelensky come capo del regime di Kiev”. A quel vertice, americani e britannici avrebbero annunciato la decisione di far sedere nella poltrona del presidente proprio Zaluzhny.

È su questo sfondo che l’articolo di Zaluzhny su Vogue e il suo rebranding sono penetrati nell’opinione pubblica ucraina. L’ambasciatore non può non essere consapevole di tale contesto. Dunque scatta la domanda sul perché abbia scritto quel pezzo e abbia presentato quelle fotografie proprio adesso. E se Zelensky debba averne davvero molta paura.

Redazione Strumenti Politici
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