São Tomé e Príncipe, l’opposizione vince le elezioni tra le polemiche

São Tomé e Príncipe, l’opposizione vince le elezioni tra le polemiche

28 Settembre 2022 0

Alle elezioni parlamentari del 25 settembre a São Tomé e Príncipe ha prevalso l’opposizione. Nell’ex colonia portoghese, divenuta indipendente nel 1975, con un totale di circa 36mila voti il partito Ação Democrática Independente (ADI) dell’ex primo ministro Patrice Trovoada ha vinto sugli avversari di centro-sinistra dell’MLSTP-PSD, che hanno preso circa 25mila preferenze. Forti polemiche hanno preceduto e poi seguito la tornata, alla quale hanno partecipato undici formazioni politiche. I primi risultati dello spoglio sono stati presentati dalla Commissione elettorale più di un giorno dopo la chiusura dei seggi, provocando le accese proteste dei militanti dell’ADI. A questo partito comunque è andata la maggioranza assoluta dei 55 posti all’Assemblea Nazionale, il parlamento monocamerale del Paese. La vittoria è stata proclamata dallo stesso Trovoada prima ancora che fossero annunciati ufficialmente i risultati preliminari; ai sostenitori riuniti nella sede centrale del partito ha dichiarato che assumerà le funzioni e le responsabilità di primo ministro e capo del prossimo governo. Inoltre ha invitato il suo diretto concorrente Jorge Bom Jesus, leader dell’MLSTP-PSD, ad ammettere la sconfitta il più rapidamente possibile per non esacerbare il clima sociale, ma sua volta Bom Jesus ha esortato a non affrettare le conclusioni e a mantenere la calma fintanto che le autorità non verifichino alcune irregolarità riscontrate nel voto. Trovoada intanto ha ricevuto le congratulazioni dei vertici del Portogallo, della Guinea Bissau e di Capo Verde.

Secondo gli osservatori inviati dall’Unione Europea, la tornata elettorale si è svolta in modo pacifico e tranquillo. Il capo della missione UE Maria Manuel Leitão Marques ha dichiarato che le elezioni sono state “ampiamente soddisfacenti e trasparenti”. Nella sua valutazione complessiva, la delegazione europea ha preso in considerazione l’atmosfera in cui si è svolta la campagna elettorale, la partecipazione delle donne, il modo in cui gli elettori si sono recati alle urne e l’opera della Commissione elettorale. Prima del voto, però, vi era stata una polemica riguardante l’effettiva possibilità dell’esercizio del diritto di voto da parte dei diciottenni. Su una popolazione di circa 200mila persone hanno potuto votare 123mila aventi diritto, mentre un intoppo burocratico ha escluso coloro che avevano compiuto 18 anni dopo la data dell’ultimo censimento elettorale. Sarebbero 8mila i ragazzi ai quali di fatto è stato impedito di votare. Secondo Romilson Silveira, presidente della Rete della gioventù panafricana per la cultura della pace, si tratta di una cifra significativa che mette in dubbio l’imparzialità del processo elettorale. A giugno, la stessa Commissione elettorale aveva dichiarato che non c’era tempo sufficiente per realizzare secondo i termini di legge un nuovo censimento specifico, mentre a luglio il presidente della Repubblica Carlos Vila Nova aveva definito questa situazione come una violazione grave della Costituzione

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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