Putin lancia segnali sulla pace e sulle garanzie a Kiev, Bruxelles e Washington. Vuole essere preso sul serio

Putin lancia segnali sulla pace e sulle garanzie a Kiev, Bruxelles e Washington. Vuole essere preso sul serio

16 Settembre 2025 0

Le richieste e gli obiettivi di Mosca nella sua operazione speciale risultavano ambigui solo per i politici occidentali in malafede. Invece quelli sensati – purtroppo silenziati da ordini di scuderia – li conoscevano già da prima del 2022 e invitavano a tenerne conto.

Europa: cooperazione o scontro

Putin sta facendo in modo di dissipare i dubbi dell’opinione pubblica europea intorno alle intenzioni della Russia e ai suoi obiettivi. Il Cremlino sta andando avanti per la sua strada con convinzione sempre maggiore e a Bruxelles dovrebbero conoscere la mentalità russa. Si spera che i vertici euroatlantici smettano di far finta di non sentire e cambino in fretta il loro atteggiamento, che oggi è teso a un’escalation finale verso una guerra estesa a tutto il Continente. Il Cremlino vuole ottenere le garanzie che chiede da anni per la sicurezza della Federazione Russa. E se non avrà di fronte una controparte collaborativa allora le fisserà pure per l’Ucraina. E se nemmeno questo convincerà Londra, Parigi e Bruxelles a sedersi a un tavolo e trattare da pari invece che minacciare e disegnare scenari di scontro epocale, Mosca determinerà l’architettura di sicurezza dell’intera Europa. Magari con la cooperazione della Casa Bianca.

Diplomazia o via militare

Nelle ultime settimane la Russia ha aumentato l’intensità degli attacchi di artiglieria sull’Ucraina, mentre le forze sul campo stanno dando una spallata vigorosa in alcuni punti del fronte. Secondo il New York Times, queste azioni non hanno una qualità strettamente bellica, ma si inquadrano in una strategia più larga. È quella, come accennato, attuata da Putin per dimostrare volontà e capacità di dettare le condizioni per la fine della guerra e la sistemazione postbellica dell’Ucraina e forse dell’Europa. Dopo il summit in Alaska con Trump, il leader russo aveva tenuto un basso profilo. Poi con la visita trionfale in Cina ai primi di settembre e il successivo giro in Siberia orientale è tornato a dell’argomento cardine. Vede “una certa luce in fondo al tunnel”, dice. Ma se non si trova una quadra diplomatica, spiega, “dovremo risolvere per via militare tutte le questioni che ci si parano davanti”.

Ucraina: sempre peggio

Secondo l’interpretazione del New York Times, il messaggio riguardante l’Ucraina era chiaro anche da prima: le forze russe tengono in pugno l’iniziativa e hanno il vantaggio sul campo, sia materiale che strategico. La si può anche leggere al rovescio: le forze ucraine sono da mesi in via di disfacimento così come lo è la loro linea del fronte. Stanno perdendo uomini che non riescono a rimpiazzare e non ricevono sufficienti armamenti dagli alleati europei. Secondo Putin, la composizione delle unità ucraine in condizioni operative non supera il livello del 47-48%. In altre parole, sono a un “punto critico”, suggerisce il leader russo, che continua suggerendo a Kiev di firmare appena possibile un accordo e tornare alla vita civile.

Il motivo è semplice: la posizione dell’Ucraina peggiora ogni giorno che passa. Era così anche nel 2022, quando i vertici ucraini erano disposti a firmare a Istanbul, ma la longa manus di un certo Occidente li fermò e fece saltare il tavolo. Da quel momento Kiev ha perduto oltre alla Crimea altre quattro regioni, che ora stanno diventando sei. Soprattutto hanno perso centinaia di migliaia di uomini.

Soldati NATO, obiettivi legittimi

E alla Coalizione dei Volenterosi che vorrebbe schierare i propri uomini sul campo, Putin fa capire che anche la loro posizione sta peggiorando. Ha detto chiaro e tondo che considererà i soldati stranieri in Ucraina come “obiettivi legittimi”. Non conta la loro etichetta: forze di “rassicurazione” o di peacekeeping, una definizione formale non basta a nascondere la loro natura, che è palese a chiunque. E adesso suggerisce che la NATO è di fatto una parte belligerante. Aumenta così il livello di scontro. Siamo all’anticamera di una guerra continentale: i Volenterosi farebbero meglio a fermarsi e a mettersi a dialogare sul serio con la Russia. D’altronde, dice Putin, se riuscissimo ad accordarci sulle garanzie di sicurezza per tutti, non avrebbe senso dislocare soldati NATO in Ucraina. Dunque che smettano di fantasticare su questa opzione e passino invece a parlare di pace, sicurezza e cooperazione.

Trump

Per raggiungere quella pace durevole agognata almeno a parole anche da Bruxelles, Parigi, Berlino e soprattutto Londra, Putin sa che l’aiuto di Trump sarebbe essenziale. Per lui non risparmia le lodi e spiega che il presidente americano sta effettivamente cercando di risolvere la faccenda con mezzi pacifici, non con il fomentare ulteriormente lo scontro bellico come fatto da Biden per quattro anni. Semplicemente con le sue azioni e con certe iniziative diplomatiche in Asia Putin lo sta spingendo a fare più in fretta per realizzare quanto accennato al summit in Alaska. Il Cremlino ora attende i prossimi passi di buona volontà delle controparti. Se non arrivano, la Russia si sforzerà per raggiungere comunque i propri obiettivi di sicurezza e stabilità. Per sé e per l’Ucraina e quindi anche per il Continente.

Martin King
Martin King

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