Procede l’offensiva russa verso Sumy, ma Zelensky nega di fronte all’evidenza

Procede l’offensiva russa verso Sumy, ma Zelensky nega di fronte all’evidenza

21 Giugno 2025 0

Le forze russe stanno procedendo nella regione ucraina di Sumy e anche in quella di Dnepropetrovsk. Con questa offensiva estiva Mosca intende sfruttare la debolezza dell’esercito ucraino e creare delle zone cuscinetto. Kiev però nega la situazione e al tempo stesso chiede aiuto per fermare l’avanzata dei russi ormai vicini ai centri urbani più grandi.

Gli ucraini indietreggiano

L’avanzata delle forze russe è lenta e graduale, tesa a circondare in sacche gli ucraini. Questi ultimi retrocedono di villaggio in villaggio, lasciando terreno e facendo sì che gli abitanti locali debbano scappare in cerca di luoghi più sicuri. Oggi appare possibile anche la presa del capoluogo Sumy, che dà il nome alla regione. La sua importanza non è solamente strategica, ma anche simbolica, essendo stata la piattaforma da cui era partita l’operazione con cui lo scorso anno gli ucraini avevano occupato una parte dell’adiacente regione russa di Kursk. Qualche giorno fa Putin ha detto di non escludere l’eventualità di conquistare la città, ma ha precisato che non si tratta al momento di un obiettivo primario.

Kiev minimizza e nega di fronte all’evidenza

Zelensky si mostra al tempo stesso baldanzoso e isterico, quando in un’intervista al giornale tedesco Bild dice che l’offensiva russa non sta avendo affatto successo e poi in un messaggio alla nazione spiega che la Russia è determinata a combattere perché non sente su di sé – o finge di non sentire – la pressione di tutto il mondo. Secondo il presidente ucraino l’economia russa si starebbe deteriorando, ma occorre accelerare tale processo. Il sottinteso è: il tempo stringe, il territorio si riduce, dunque se gli alleati occidentali non si sbrigano a dare più aiuti è finita… Secondo lui e anche secondo il portavoce dello stato maggiore Andrii Kovalov le dichiarazioni di Mosca sulla presa di villaggi e di chilometri di terreno sono solamente propaganda, una narrativa finalizzata a convincere i politici occidentali che l’Ucraina sta perdendo e che quindi non vale la pena sostenerla all’infinito.

Tra l’incudine e il martello

Oggi la penetrazione russa si concentra su tre località fondamentali per la logistica delle forze ucraine: Yunakivka, Khotin e Velyka Pysarivka. Un un fattore determinante per fare cadere le resistenze potrebbe essere la mancanza di uomini e la carenza di armamenti che flagella l’esercito ucraino. I soldati si trovano fra l’incudine e il martello: se non si arrendono possono essere annientati dal nemico, ma se si arrendono rischiano grosso per mano degli stessi comandi ucraini. Un destino atroce, soprattutto per quelli che sono stati costretti ad arruolarsi e andare al fronte coi metodi spicci e violenti dei reclutatori.

Penetrazione nel Dnepropetrovsk

Inoltre per le autorità di Kiev non vi sarebbe alcuna penetrazione nella regione di Dnepropetrovsk: i combattimenti si starebbero svolgendo esclusivamente nel vicino Donbass e tutto il resto è soltanto propaganda russa. Tuttavia, i resoconti dei giornalisti ucraini spesso combaciano con tale “propaganda” e pure l’americano Institute for the Study of War, a cui attingono come fonte autorevole i media occidentali, afferma che i russi potrebbe davvero essere entrati nella regione, finora quasi non toccata dal fuoco, allo scopo di stabilire una zona di sicurezza.

Gli abitanti hanno già cominciato l’evacuazione

Anche se Zelensky asserisce che stanno respingendo tutti gli attacchi e cacciando i russi dalla regione, il Washington Post riferisce dell’avanzata russa in profondità nel territorio ucraino. Intanto a Sumy le autorità locali si preparano al peggio. Il teatro Nazionale ha cancellato tutti gli spettacoli in programma “a causa dell’incerta situazione della sicurezza in città”. Una serie di organizzazioni regionali stanno allestendo i servizi di vitto e alloggio temporaneo per i rifugiati, mentre almeno un centinaio di persone evacua giornalmente dai villaggi vicini, sebbene fuggire stia diventando sempre più complicato a causa degli attacchi dei russi in aumento. A Sumy l’amministrazione locale non ha ancora dato l’ordine ufficiale di evacuazione, ma di gente in giro se ne vede ogni giorno di meno.

Fascia di sicurezza

I militari e gli esperti ucraini sostengono che l’avanzata russa nelle regioni di Sumy e di Dnepropetrovsk sia solamente una tattica diversiva per far togliere a Kiev le proprie forze dal Donbass e lasciarlo così sguarnito. Si sa infatti che è quello l’obiettivo principale di Mosca. Allo SPIEF, l’annuale forum economico di San Pietroburgo svoltosi questa settimana, Putin ha precisato che l’intento è di creare una zona cuscinetto di circa 10-12 chilometri lungo il confine con la regione di Sumy. La necessità sorge per impedire agli ucraini di dare ancora fastidio nell’adiacente regione di Kursk, dalla quale sono stati completamente cacciati e nella quale avevano commesso crimini contro i civili.

Redazione Strumenti Politici
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