Marocco. A Fes un simposio internazionale per celebrare la cultura Amazigh
Si è concluso venerdì a Fes, in Marocco, presso la suggestiva cornice del Palais Medina, un simposio internazionale dedicato alla cultura Amazigh. L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Aman per lo Sviluppo Sostenibile (Fondation Aman pour le Developpement Durable), intende celebrare la recente decisione reale verso l’integrazione e la tolleranza.
Il Re del Marocco, Mohamed VI, ha infatti ufficialmente riconosciuto come giorno festivo il capodanno amazigh, Yennayer, alla stregua del capodanno islamico e di quello gregoriano. La sessione di dialogo è servita a promuovere la lingua e la cultura amazigh, come componente essenziale dello Stato e dell’identità marocchina, ricca dei suoi numerosi affluenti riconosciuti dalla Costituzione del 2011.
Il capitale umano del Marocco
La presidente della Fondazione Aman, Fatima Ouazza, ha sottolineato l’importanza della decisione reale di riconoscere il 13 gennaio come capodanno Amazigh. “Il nostro Paese dispone di importanti asset su cui può contare per accelerare il proprio sviluppo. La sua ricchezza risiede in particolare nel suo capitale umano, materiale e immateriale, nella sua storia e nella sua influenza internazionale e nella sua posizione geografica, crocevia di civiltà. Il riconoscimento della cultura Amazigh rientra nel processo di continue riforme, avviato da Re Mohammed VI che interessano diversi settori e aree: istituzionale, economico, legale e sociale al fine di migliorare gli indicatori di sviluppo e stabilire l’equità territoriale a cui aspirano tutti i marocchini”.
Sono intervenuti: S.E. Mohammed Hannan, ambasciatore di Mauritania a Rabat; S.E. Mohammed EL-Mokhtar, ministro plenipotenziario dell’Ambasciata libica in Marocco; S.E. Adal Rhoubeid, consigliere speciale del presidente del Niger; Akli Shikka, membro del Consiglio Supremo Twareg di Libia e autore del libro ‘Man of Sahara’; Nasser Asdei, professore universitario e scrittore marocchino; Dris Rheda, professore all’Istituto Superior Saint Denis di Parigi; e la giornalista italiana Vanessa Tomassini fondatrice di Speciale Libia, Centro di Ricerca sulle questioni libiche.
Una sintesi degli interventi dei partecipanti
“Celebrando il Capodanno Amazigh, rendiamo omaggio alla ricchezza del nostro patrimonio culturale comune e rafforziamo i legami che ci uniscono come popoli del Marocco e del Sahel. È un’occasione per valorizzare il prezioso contributo della storia e della cultura amazigh all’intera nostra regione. È anche un simbolo del nostro impegno comune per la diversità, l’uguaglianza e l’inclusione”. Ha dichiarato Adal Rhoubeid, consigliere speciale del presidente nigeriano.
“Il Marocco, primo Paese arabo a maggioranza musulmana, a riconoscere i diritti delle minoranze berbere rappresenta un modello da seguire per altri Paesi come Libia ed Algeria. È la dimostrazione – ha ribadito Akli Shkka che – uno stato moderno non può essere identificato in un solo colore, religione o razza, ma solo attraverso il multiculturalismo e il rispetto delle diversità”.
La giornalista Vanessa Tomassini, auspicando che tali iniziative possano essere ripetute in Italia per rafforzare le relazioni tra i popoli del Mediterraneo, ha infine riacceso l’attenzione sul tema dei diritti: “Spero che il Marocco e le istituzioni qui presenti, di concerto con i loro partner europei possano contribuire a risolvere la questione dei Twareg apolidi, cresciuti in Libia senza identità, affinché tutti possano avere accesso a pieni diritti, come educazione, salute e lavoro”.
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