“L’unica soluzione è fermare la guerra ora”. Intervista all’ambasciatore palestinese in Marocco, Jamal Al-Shobaki

“L’unica soluzione è fermare la guerra ora”. Intervista all’ambasciatore palestinese in Marocco, Jamal Al-Shobaki

20 Ottobre 2023 0

“Noi palestinesi siamo esseri umani. La comunità internazionale dovrebbe intervenire, costringendo Israele a fermare la guerra e ad attuare il diritto internazionale. Invito gli europei a considerare tutte le persone allo stesso modo”. Lo afferma l’ambasciatore palestinese in Marocco, Jamal Al-Shobaki, in questa intervista esclusiva. Il diplomatico invita la comunità internazionale a prevenire un’ulteriore escalation e a proteggere i civili, sottolineando che Israele, come al solito, non consente un’indagine internazionale sul massacro avvenuto nell’Al-Ahli Baptist Hospital.

Infografica - La biografia dell'intervistato Jamal Abd al-Latif Salih al-Shobaki

Infografica – La biografia dell’intervistato Jamal Abd al-Latif Salih al-Shobaki

Grazie, Signor Ambasciatore, per questa intervista, soprattutto in questo triste momento storico. Cominciamo con il Baptist Hospital Al-Ahli di Gaza. Le ricostruzioni di Stati Uniti, Israele e media dicono che il missile è stato lanciato dall’interno di Gaza, dalla Jihad islamica. È davvero così?

“Sono sicuro che provenisse da Israele. L’intera guerra contro Gaza o contro i palestinesi è responsabilità di Israele che si rifiuta di permettere alla Corte Penale Internazionale di intervenire e indagare sui crimini commessi nella zona. Perché Israele lo rifiuta? Non solo adesso, ma sempre. Perché Israele attacca continuamente la Palestina e uccide palestinesi innocenti, non solo dopo il 7 ottobre. Prima di questa data, più di 300 civili palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania e non esistevano né Hamas né Qassem. Ma hanno ucciso civili senza alcuna ragione, così come hanno assassinato ragazzi e ragazze a Gerusalemme senza alcun motivo. Hanno attaccato famiglie in Cisgiordania prima del 7 ottobre. Il mondo vuole sapere il motivo per cui tutto il popolo palestinese è vittima dell’occupazione, che è la causa di tutto ciò che sta accadendo. Israele dovrebbe rispettare il diritto internazionale che afferma, da molti anni, che l’occupazione israeliana deve finire e deve garantire la libertà al popolo palestinese. Abbiamo riconosciuto il diritto di Israele ad esistere in pace negli accordi di Oslo. Da parte israeliana, Yitzhak Rabin è stato ucciso e dicono che chi lo ha ucciso è un nemico della pace. È stato il gruppo di Netanyahu. Poi hanno ucciso anche Abu Ammar (Yasser Arafat n.d.r.) che firmò l’accordo con Rabin nel 1993. Israele non vuole la pace, vuole cancellare la Palestina, distruggere la comunità palestinese e non vedere nessun palestinese in vita. Il loro ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, ha un piano pubblicato dai media secondo il quale i palestinesi hanno tre opzioni: trasferirsi all’estero e possono aiutarli; essere schiavi del popolo israeliano; terza opzione, chiunque resista verrà ucciso. I palestinesi hanno queste tre scelte. Questa è la realtà che soffriamo sotto l’occupazione”.

È sorprendente come tutti siamo a conoscenza di ciò, ma dal giorno dopo l’attacco a Israele, gli Stati Uniti e l’Europa hanno dichiarato di essere dalla parte di Israele sottolineando il suo diritto a difendersi. Come lo spiega?

“Questa è una domanda che dovremmo porre loro. Mi è difficile comprendere la reazione dei paesi occidentali. Criticano continuamente Israele per la sua politica di apartheid, per la confisca delle terre palestinesi, ma poi ci puniscono. Vedi quanti milioni, armi, soldati hanno inviato in Israele? Quanti presidenti sono venuti in Israele per dargli il diritto di difendersi? È la più grande potenza militare del Medio Oriente. Anche i palestinesi hanno il diritto di difendersi? Questa è la domanda per gli Stati Uniti e i loro alleati. Hanno pianto all’inizio per i quaranta bambini decapitati e non era vero, poi restano in silenzio davanti ai nostri bambini e ai civili uccisi di continuo. Abbiamo sempre detto che siamo contrari all’uccisione di civili da entrambe le parti. Ma non abbiamo visto alcuna condanna per gli omicidi del nostro popolo, in particolare da parte del Regno Unito e degli Stati Uniti. Abbiamo visto come la giornalista palestinese Sheerin Abu Akleh è stata assassinata davanti alla sua telecamera. Prima hanno mentito dicendo “Non è colpa nostra, lo hanno fatto i palestinesi” e poi hanno ammesso che “è stato un errore”. Nessun soldato è stato assicurato alla giustizia, succede la stessa cosa se uccidono uno o dieci civili. Dall’inizio dell’attuale attacco, i soldati israeliani hanno già ucciso oltre 3.500 innocenti e oltre 12.000 feriti, principalmente civili, bambini e intere famiglie. Tutte le telecamere del mondo stanno guardando questi crimini, ma le lobby israeliane che controllano i media mainstream mostrano simpatia per Israele come se non fossimo esseri umani. Ma noi palestinesi siamo esseri umani, abbiamo valori, abbiamo il diritto alla libertà. Come palestinese voglio lo stesso diritto del resto del mondo, uno Stato con Gerusalemme come capitale, a vivere in pace. La casa di mio padre fu distrutta nel 1948 e continuano a demolire la Palestina ancora, e ancora, e ancora. Chiediamo alla comunità internazionale di garantire i nostri diritti alla vita, all’autodeterminazione, ad avere un’identità, una Nazione. Ma di tutto questo non abbiamo niente. I palestinesi hanno il diritto di resistere all’occupazione? Perché gli ucraini hanno il diritto di farlo e noi no? La maggior parte dei Paesi occidentali usa un doppio standard”.

Lei ha già detto una cosa molto importante: la Palestina condanna l’uccisione di civili da entrambe le parti. Dal 7 ottobre Israele dichiara di essere in guerra contro Hamas. Signor Ambasciatore, Hamas è un gruppo terroristico?

“Il nostro ministro degli Esteri arabo ha rilasciato una dichiarazione in cui condanna l’uccisione di civili da tutte le parti. Hamas è un gruppo di palestinesi che vivono a Gaza in questi 16 anni di blocco. Questa chiusura ha reso la Striscia di Gaza la più grande prigione del mondo. Come puoi immaginare che pensino i prigionieri in una gabbia? Israele ha affermato più volte di essere pronto a ritirarsi da Gaza, quindi perché mantenere il blocco? Perché il taglio di elettricità, cibo, acqua, aiuti umanitari? Hanno messo in prigione oltre 2,3 milioni di persone e coloro che sono in galera hanno il diritto di resistere all’occupazione. Dobbiamo rispettare il diritto internazionale, Israele è pronto a sedersi, incontrarsi, accettare e attuare il diritto internazionale?”.

Voi siete pronti, signor Ambasciatore, a sedervi e ad accettare il dialogo?

“SÌ”.

Accordi di Abramo. I palestinesi si sentono traditi dai loro vicini arabi?

“Penso che tutti gli arabi ora siano con il popolo palestinese. Sono decenni che vedono l’ingiustizia subita dal popolo palestinese. Alcuni regimi arabi hanno cercato di fare la pace con Israele nella speranza che cambiasse il suo approccio nei confronti dei palestinesi. Ma il risultato è stato il contrario! Dopo che tutti i paesi arabi hanno normalizzato le relazioni con Israele, la sua politica nei nostri confronti è diventata sempre più aggressiva. Il governo Netanyahu è il peggiore dell’intera storia di Israele. È un governo religioso sionista ed estremista. La metà di questo governo dice che questa è la terra promessa che Dio ci ha concesso dal fiume al mare. I palestinesi non hanno il diritto di essere lì, devono trasferirsi. Ricordi quando Netanyahu mostrò la mappa alle Nazioni Unite? Non c’era traccia della Palestina. Questo è ciò che il mondo deve vedere e questo non è accettabile. Siamo circa 14 milioni di palestinesi, metà di noi sono rifugiati all’estero a causa della Nakba del 1948 e metà di loro all’interno della Palestina. Siamo uguali? Questo è un regime di apartheid ancora peggiore di quello che vedevamo in passato in Sud Africa”.

Il Marocco ha relazioni con Israele, crede che Rabat possa condurre dei negoziati almeno per fermare questa guerra?

“Lo speriamo. Vorrei che chiunque possa fermare la guerra. Attraverso questa intervista, invito tutti a fermare il conflitto. Perché ogni minuto di guerra significa la morte di centinaia di civili palestinesi. Abbiamo bisogno di questo ruolo, chiunque abbia la capacità dovrebbe convincere Israele a porre fine a questa guerra adesso”.

Perché l’Egitto non apre il valico di Rafah?

“Penso che tutto il confine sia chiuso da Israele, che controlla 75 km del confine di Gaza, mentre l’Egitto solamente 8 km. Quando ha cercato di inviare aiuti a Gaza, il passaggio è stato gravemente danneggiato dagli attacchi aerei israeliani e il Cairo vuole che Israele garantisca un passaggio sicuro ai convogli umanitari prima di lasciar passare i camion. D’altro canto Israele voleva trasferire i palestinesi nel Sinai, ma sia l’Egitto che la Palestina respingono questa opzione”.

Abbiamo bisogno di una soluzione, signor Ambasciatore…

“Sì, l’unica soluzione è che Israele fermi questa guerra. Perché Israele non ha aperto i confini? Tutta Gaza è sotto attacco. La metà dei dipendenti dell’ambasciata provengono da Gaza. Chiamiamo le loro famiglie, alcuni di loro sono per strada, altri sono stati uccisi. È una nuova catastrofe per il popolo palestinese. Come può il mondo accettare tutto questo? Il 75% della popolazione originaria palestinese è sfollata a Gaza e ora si vuole trasferirla nel Sinai. La mia famiglia è originaria di Beit Jibrin, una cittadina a ovest di Hebron. Israele lo distrusse nel 1948 dove mio padre, mio nonno e il mio bisnonno vivevano e avevano delle terre. Da Naqba, da 75 anni, a me e alla mia famiglia non è permesso visitare il nostro villaggio”.

Vanessa Tomassini
Vanessa Tomassini

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