L’Europa non è pronta a sostenere l’Ucraina da sola. E nemmeno lo vuole

L’Europa non è pronta a sostenere l’Ucraina da sola. E nemmeno lo vuole

27 Settembre 2025 0

Per anni il sostenitore №1 dell’Ucraina sono stati gli USA, sia sul piano finanziario che militare. Anche l’Europa ha contribuito, ma con una quota molto inferiore. Adesso Trump sollecita gli alleati europei a dare di più, anzi a dare tutto, e lo sta facendo in modo beffardo: defilandosi dalla contesa. Con tanti auguri a Kiev e a Bruxelles.

Si può dare di più

I governi europei erano abituati comodamente: per tutta la durata dell’amministrazione Biden si sono fatti belli promettendo grandi aiuti all’Ucraina, che avrebbe poi fornito “nonno Joe”. A onore del vero. occorre dire che alcuni Paesi hanno elargito un appoggio materiale consistente pagandolo di tasca propria. O per meglio dire con le tasche dei propri cittadini. Ma il grosso del carico è sempre rimasto sulla schiena dei contribuenti americani. La tendenza è continuata anche nei primi mesi della nuova amministrazione repubblicana, con Macron e Starmer che hanno promosso la magnifica coalizione dei “Volenterosi” col suo teorico contingente di soldati europei, che nelle loro intenzioni costituirà una potente garanzia di sicurezza a beneficio di Kiev.

Il piccolo dettaglio è che senza la copertura aerea e l’appoggio militare a stelle e strisce, qualche decina di migliaia di soldati continentali piazzati presso i centri nevralgici ucraini sarebbe solo un facile bersaglio per l’artiglieria russa, oltre ad essere l’ennesima clamorosa provocazione in faccia al Cremlino. Oggi, dopo la doccia fredda servita da Trump, il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul esorta e bacchetta i colleghi europei: Possiamo ottenere molto di più; non tutti gli Stati europei hanno dato quanto promesso all’Ucraina. Dobbiamo vedere quali altre opzioni finanziarie e militari abbiamo. Traducibile con: vediamo quali spiccioli sono rimasti nelle nostre tasche già vuote.

Lo scaricabarile

Si passa così a uno scaricabarile in piena regola fra le due sponde dell’Atlantico. Trump ha detto e scritto che Kiev, con l’aiuto dell’Unione Europea e della NATO (compresa quindi la Gran Bretagna), saprà vincere sul campo e riprendersi tutto ciò che ha perso. Ha aggiunto che con le armi americane che acquisteranno, potranno fare ciò che vogliono per raggiungere lo scopo. “Potranno”: il presidente americano qui si riferisce ai membri dell’Alleanza Atlantica. Ma essa include anche gli Stati Uniti, puntualizza l’Alto rappresentante UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza Kaja Kallas. Anzi, dice, l’America è il più grande alleato nell’ambito NATO. Dunque, se si parla di ciò che dovrebbe fare la NATO, si intende ciò che dovrebbe fare pure l’America.

Un funzionario occidentale ammette che si tratta di un gioco delle colpe. Nel quale Trump è peraltro molto bravo, perché sa perfettamente che Bruxelles non è in condizione di dar seguito ai dazi contro India e Cina. Il premier polacco Donald Tusk ritiene che sotto il “sorprendente ottimismo” del presidente americano sulle possibilità dell’Ucraina di vincere si nasconde in realtà il suo piano di ridurre il coinvolgimento USA nel confitto e di trasferire sull’Europa il peso delle responsabilità di questa guerra. Secondo lui però non è del tutto un male, perché comunque “la verità è meglio di un’illusione”.

Bruxelles piange

Il giornale britannico The Spectator titola con impietosa lucidità: Trump ha svelato il bluff dell’Europa e dell’Ucraina. Spiega che le roboanti affermazioni di fiducia nella capacità congiunte di Kiev e di Bruxelles (e di Londra, di Parigi, di Berlino e così via) sono un modo furbo per abbandonare il processo di pace e fare in modo che quello ucraino venga d’ora in avanti considerato come un conflitto europeo. D’altronde, si legge sullo Spectator, i Paesi europei ripetono da anni che bisogna sconfiggere Putin e non permettergli di portare a compimento la sua aggressione. E allora che si diano da fare!

A distinguersi dalla narrativa dell’Unione è sempre stata l’Ungheria, ma stavolta anche Budapest non sembra felice del prospettato disimpegno di Washington. Il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó asserisce infatti che il suo Paese ritiene Trump “l’unica speranza per la pace in Ucraina” e che “l’unica soluzione per questa guerra è un accordo onnicomprensivo fra USA e Russia”. La Kallas lo dice apertamente: l’Europa da sola non ce la fa a portare il peso del conflitto e non è nemmeno interamente responsabile per lo sforzo di aiutare gli ucraini a terminare la guerra.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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