Le istanze e le richieste di Mosca nei colloqui con la delegazione ucraina

Le istanze e le richieste di Mosca nei colloqui con la delegazione ucraina

9 Giugno 2025 0

Le sessioni di trattative fra le delegazioni russa e ucraina vanno avanti sullo sfondo di attacchi in aumento da entrambe le parti. Dopo che il piano di Trump è stato rigettato, Mosca e Kiev si stanno impegnando in un lungo e difficile lavoro diplomatico che procede parallelamente alle operazioni sul campo. Dall’analisi di Fred Weir, corrispondente canadese in Russia e nei Paesi ex sovietici, si evince come le due controparti stiano cercando una soluzione indipendentemente dagli sforzi di mediazione degli USA e da quelli meno concilianti degli alleati europei. Restano ben fissati quelli che sono per Mosca i punti principali: Ucraina neutrale, sostanzialmente smilitarizzata, totalmente “denazificata”.

Aumentano sia gli attacchi che il lavoro diplomatico

Nonostante l’aumento degli attacchi da cielo da parte ucraina e anche da parte russa, il Cremlino si è mostrato disposto a proseguire coi colloqui diretti delle rispettive delegazioni. Una nuova sessione di trattative si è tenuta a Istanbul il 2 giugno. L’annuncio era giunto fra i crescenti dubbi di Washington sulla fattibilità stessa del processo di pace. Per settimane, infatti, quasi ogni notte sono piovute ondate di droni e di razzi. Trump è frustrato dal fatto che le sue aspirazioni di pace appaiono irrealizzabili per la Russia, mentre quest’ultima si mantiene fedele alla sua visione dell’Ucraina postbellica.

Tregua o colloqui

Gli esperti dicono che a Mosca prevedono un periodo lungo e difficile di lavoro diplomatico, con un dialogo strettamente bilaterale con la delegazione di Kiev. Il Cremlino vede queste trattative come lo sviluppo della bozza di accordo che era stata realizzata nel marzo 2022, poi stracciata per ragioni ignote. La Russia vorrebbe che almeno un quadro generale dell’accordo finale venga concordato prima di implementare qualunque genere di tregua. Nel frattempo le operazioni belliche vanno avanti e si vocifera di una grossa offensiva estiva dei russi indipendentemente dai colloqui. Afferma Viktor Litovkin, giornalista esperto di cose militari dell’agenzia di informazione ITAR-Tass: L’Ucraina semplicemente non è pronta a riconoscere di essere stata già sconfitta sul campo. La Russia non ha fretta, aggiunge, così insisterà con la pressione militare fino a che Kiev non accetti i termini di base di Mosca.

Visioni divergenti

La sessione del 2 giugno ha continuato sul solco del round precedente, quello del 16 maggio. I primi colloqui faccia a faccia da tre anni a questa parte: le delegazioni russa e ucraina avevano fissato i termini per il più grande scambio di prigionieri del conflitto e avevano concordato di portare la volta successiva una bozza dettagliata delle rispettive proposte per l’accordo definitivo. Lo scambio è stato portato a termine. Il Cremlino ha affermato di aver quasi completato la sua versione della road map per la pace che sarà pronta quando le trattative riprenderanno. Sostiene Dmitry Suslov della Higher School of Economics di Mosca: La Russia ha detto di essersi impegnata nei negoziati di pace, dunque ciò implica una certa volontà di compromesso. Ci attendiamo di vedere che entrambe le controparti presentino le rispettive bozze come punto di partenza, seguite poi da un lungo processo di appianamento delle posizioni divergenti.

Il piano americano rifiutato

Ciò differisce molto dalle aspettative dell’amministrazione Trump, il cui piano di pace in 22 punti è già stato rifiutato sia da Kiev che da Mosca. Washington vuole un immediato cessate-il-fuoco, seguito da una divisione territoriale determinata in gran parte dall’attuale linea del fronte. Vi sarebbe così il riconoscimento de iure della giurisdizione russa sulla Crimea e quello de facto sul controllo delle aree che occupa. L’Ucraina accetterebbe a sua volta l’adozione dello status di neutralità e vi sarebbe un allentamento delle sanzioni anti-russe.

Tuttavia nel piano non si parla di smilitarizzazione dell’Ucraina o di cambio del suo orientamento geopolitico. Anzi gli USA hanno siglato con Kiev un accordo sui minerali che mira ad avere investimenti nella sicurezza del Paese. In un rabbioso post del 26 maggio sui suoi social, Trump ha espresso la sua frustrazione sia verso Putin che verso Zelensky, parlando anche dell’aumento dei bombardamenti russi sulle città ucraine e di quello che interpreta come una ritrosia di entrambi. Ho sempre avuto ottimi rapporti con Vladimir Putin, ma gli deve essere successo qualcosa. È totalmente impazzito! Il presidente americano sembrava riferirsi ai massicci attacchi di droni su Kiev e su altre città del Paese. Entrambe le controparti hanno lanciato un numero di droni senza precedenti contro le rispettive città, ma il colpo russo sembra essere stato più distruttivo, forse a causa del deterioramento della difesa anti-aerea ucraina.

Trump scontento di Zelensky e inefficace con le sanzioni

Trump se l’è presa pure con Zelensky: Ogni cosa che esce dalla sua bocca crea problemi, non mi piace ed è meglio che si fermi. Ha poi detto che potrebbe proprio lasciar perdere la soluzione dell’intricata questione russo-ucraina e ha pure ipotizzato di inasprire le sanzioni anti-russe per piegare Putin. Ma nessuna di queste minacce sembra impensierire Mosca. L’ex consigliere del Cremlino Sergei Markov dice: Il 90% di tutte le possibili sanzioni è già stato imposto alla Russia e ha fallito tutti gli obiettivi principali. E pure se le sanzioni fossero efficaci, la Russia non tratterebbe mai sotto tale minaccia. I vertici russi hanno detto di apprezzare i tentativi di Trump di promuovere la pace, ma minacciare indebolisce tali sforzi.

Le richieste della Russia all’Ucraina

Il Cremlino ha rifiutato di rivelare il contenuto del suo piano iniziale di pace fino a che non sarà presentato ai delegati ucraini al prossimo round di colloqui. Secondo gli analisti, i punti principali sono facilmente deducibili dalle dichiarazioni pubbliche di Putin e degli altri vertici russi. La prima condizione è che Kiev accetti la neutralità permanente e lo status di Paese non-nucleare, oltre a limiti sostanziali sulle dimensioni e sull’equipaggiamento del suo esercito e sulle collaborazioni dello stesso con potenze straniere. Gli analisti russi dicono che potrebbe trattarsi di qualcosa che somiglia alla situazione dell’Austria, la cui neutralità è stata inserita in Costituzione e consolidata da un trattato internazionale.

In secondo luogo, l’Ucraina dovrà rinunciare a quelle misure che Mosca intende come atte a sradicare la lingua, la cultura e la storia russa. Le autorità di Kiev hanno infatti bandito i simboli e i monumenti sovietici e hanno perseguitato la Chiesa ortodossa vicina alla Russia. L’Ucraina dovrà anche garantire eguali diritti ai russofoni, che secondo il Cremlino sono discriminati a favore della lingua ucraina come unico idioma dello Stato.

Denazificazione

Poi viene ciò che il governo russo definisce la “denazificazione”, cioè limitare l’influenza degli ultranazionalisti. Mosca ritiene che essi abbiano a Kiev un peso politico sproporzionatamente elevato. Si ritiene inoltre che la Russia chiederà che venga messa fine a quella che vede come la glorificazione dei nazionalisti dell’epoca della Seconda Guerra mondiale come che collaborò coi nazisti e combatté contro l’esercito sovietico. Infine, con tutta probabilità la Russia vorrà il pieno controllo sulla Crimea e sulle quattro regioni ucraine che già oggi ha incorporato: Lugansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson. La proposta iniziale di pace russa dovrebbe infine includere la richiesta che le truppe ucraine abbandonino le porzioni che ancora occupano in quelle regioni.

Ucraina neutrale

Gli esperti russi comunque insistono a spiegare che l’acquisizione di territori ucraini non è mai stato un obiettivo chiave del Cremlino. Nella bozza del marzo 2022 aveva persino espresso un’eventuale disponibilità a tornare ai confini precedenti. Ma dopo più di tre anni di conflitto e di combattimenti costosi, Putin deve mostrare al suo popolo un qualche genere di trofeo tangibile. Se le altre nostre richieste saranno soddisfatte, penso che la Russia potrebbe facilmente fare concessioni su dove piazzare la linea finale dei confini, sostiene Markov. In fondo, la priorità rimane un’Ucraina neutrale che funga da zona cuscinetto con la NATO, dice Suslov. Normalizzare le relazioni con gli USA è un obiettivo importante per la Russia, ma non sacrificheremo i nostri interessi basilari solo per accontentare Trump. Non insistiamo sull’eliminazione di un’Ucraina indipendente e sovrana. Ci opponiamo solo a un’Ucraina come strumento della politica occidentale contro la Russia. Ciò deve terminare.

Redazione Strumenti Politici
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