La guerra della Torah e del Corano e la pace di Cristo

La guerra della Torah e del Corano e la pace di Cristo

15 Ottobre 2024 0
In questi giorni bui, La terra di Gesù, dalla Palestina fino al Libano è piena di esplosivi. Il cielo è pieno di fumo nero e l’odore della morte si diffonde ovunque.
Gesù non ha mai preso una spada nelle mani, non ha mai parlato di guerra santa. Ha sempre predicato l’amore fino al sacrificio di se stesso per gli altri, siano amici o nemici. Nonostante ciò il cristianesimo non è stato esonerato dal male della guerra santa e nemmeno dalle guerre orribili tra i cristiani stessi. Una volta convertiti a Gesù e suo insegnamento, i cristiani hanno capito che la pace si fa con l’amore e mai con la guerra.
La chiesa, Papa Francesco, come i papi predecessori, continua senza tregua a chiamare al cessare il fuoco e alla pace. È la pace di Cristo di cui il mondo ha bisogno.
La guerra è sempre una barbarie, un fallimento degli uomini. La cosa peggiore è quando gli uomini usano Dio per giustificare il loro fallimento e fanno la guerra a nome suo. Assistiamo oggi nel Medio Oriente, nella terra di Gesù, a una guerra che non essendo puramente religiosa, usa la religione in modo scorretto. Uno cita la bibbia e la torah, «Va’ dunque e colpisci Amalek e vota allo sterminio quanto gli appartiene, non lasciarti prendere da compassione per lui, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini» (I Samuele 15,3). Un altro cita il Corano, «Quando incontrate gli infedeli, uccideteli con grande spargimento di sangue e stringete forte le catene dei prigionieri». (Sura 47,4). Purtroppo non sono poche i versetti biblici e coranici che invitano alla violenza e che vengono usate in questa guerra.
La situazione in Medio Oriente, come ho detto in una conferenza pochi mesi fa, al Campidoglio di Roma, ha implicazioni non solo geopolitiche, ma geo-divine. E la prima volta che qualcuno parla della geo-divinità della guerra. Sembra che i giornalisti non l’hanno capita bene, l’hanno tradotta con le “perverse logiche geo-religiose”. Il problema è ancore più pesante. Ognuno pretende che Dio gli ha dato questo pezzo di terra. Questa terra è mia, non è tua. Ti devo cacciare da questa terra o ti devo uccidere! A nome di Dio si fa la guerra e tutte le parti del conflitto chiamano Dio per vincere.
Affrontare così la situazione del conflitto, vuol dire continuare a distruggere intere generazioni ora e per il futuro. Dio non è più amore ma un Dio che comanda vendetta e semina odio. Di conseguenza, chiunque voglia commettere una violenza è perfettamente giustificato dal suo libro santo a farlo. La parola “vendetta” è sulla bocca di molti. L’odio aumenta e fa entrare l’umanità in un circolo vizioso di vendette e rappresaglie senza fine.
Più grave ancora è la promessa del perdono e dell’abitazione al paradiso a colui che muore nella guerra santa.
Il male domina, tutti vogliono la guerra. Nessuno vuole il dialogo via alla concordia, nessuno cerca di abbracciare la sofferenza dell’altro e sentire il suo dolore. Peggio ancora, quando il dolore dell’altro diventa fonte di trionfo e perciò di gioia! Il dolore diventa accecante: non si riesce a vedere nient’altro che la propria sofferenza, e desiderare la morte all’altro. Si supera il detto “l’altro è l’inferno” al detto l’altro non deve più esistere.
Sembra che si dimentica il comandamento di non uccidere. Non è questo un comandamento di Dio? Non è forse il più importante e il più valoroso di tutti? Non e più Dio che ordina ad amare il prossimo? Amerai il tuo prossimo come te stesso. (Levitico 19,18). Non è più Dio che gradisce le alleanze di pace? «Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non si allontanerebbe da te il mio affetto, né vacillerebbe la mia alleanza di pace, dice il Signore che ti usa misericordia» (Is 54,10). “I giusti e i miti possederanno la terra e godranno di una grande pace» (Salmo 37). Non è più Dio il Clemente e il misericordioso? (Sura di Al-Hamad). «I servi del Misericordioso son coloro che camminano sulla terra modestamente, e quando i pagani rivolgono loro la parola rispondono: “Pace!”» (25, 63)
Certo, a chi lo vuole, i libri sacri possono essere fonte di pace. Tocca a noi di cercare il bello e il bene. Siamo invitati a liberare la scrittura da ogni violenza e non usare mai più il nome di Dio o i libri sacri per fare le guerre. Anche se il concetto della lotta per Dio è retorico, bisogna cancellarlo dai libri e dalla memoria dell’umanità.
In tutti questi libri siamo chiamati a scoprire la pace di Cristo. Egli è il salvatore atteso dalla Bibbia, è la persona più santa e più benedetta nel Corano. A prescindere delle questioni dogmatiche andiamo tutti a scoprire la pace di Cristo, nella sua vita e nel suo insegnamento che abbattano le frontiere e aggiungono al precetto dell’amore di Dio e dell’altro, l’amore del nemico. «Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori» (Matteo 5, 44). L’altro è quindi qualsiasi persona, chiunque e comunque egli sia, è più di un fratello, è parte di me, del mio “io” che devo amare e onorare.
Questa pace la troviamo in ogni passo del vangelo. La pace di Cristo non è una speculazione irrealizzabile, perché Egli stesso l’ha vissuta e l’ha concretizzata. La nostra responsabilità individuale e collettiva, come essere umani e credenti nell’amore di Dio e nella sua misericordia, è di reagire con coraggio alla sfida principale di questo tempo che è la guerra e di proclamare sempre la pace. Far sentire la nostra voce e indicare la via di Gesù, come via più sicura e più veloce per la pace.
Nei momenti di aggressività e di rabbia e soprattutto oggi in questa estrema tensione, è decisivo pensare che la violenza e le divisioni aggravano la situazione. L’unità contro il male invece è la sola garanzia per la pace. Dove si può trovare questa unità? Certo in Dio creatore di tutti, di cui siamo tutti figli. Questo è Dio. Egli è colui che unisce e non disperde, che salva e non uccide. Questa è la pace di Cristo, verbo del Dio amore.
La nostra associazione, Annas Linnas (gli uni per gli altri), come la chiesa e tante altre associazioni, continua sua opera sociale, umana e spirituale che vuol essere in primis una chiamata all’unità contro l’odio e il male. Diamo spazio alla pace.
Dateci una mano!
P. Abdo RAAD – Annas Linnas
Per il vostro contributo:
ANNAS LINNAS – ITALY APS, Intesa San Paolo,
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Bic: BCITITMM
Riceviamo e pubblichiamo
Abdo Raad
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