Il secondo mandato di Kais Saied all’insegna di una nuova fase della storia tunisina

Il secondo mandato di Kais Saied all’insegna di una nuova fase della storia tunisina

22 Ottobre 2024 0

Il presidente Kais Saied ha presto giuramento ieri davanti alle due camere parlamentari riunite in una sessione straordinaria congiunta al Palazzo del Bardo.

All’arrivo presso la sede del parlamento tunisino, il capo dello Stato ha salutato la bandiera mentre veniva eseguito l’inno nazionale, prima della parata di un distaccamento dei tre eserciti, marina, aeronautica e forze terrestri.  Saied è stato accolto dal presidente dell’Assemblea dei rappresentanti del popolo (Arp), Ibrahim Bouderbala, e dal presidente del Consiglio nazionale delle regioni e dei distretti, Imed Derbali.

I propositi del nuovo mandato

La Tunisia è determinata ad affrontare ogni sfida e a superare ogni ostacolo. Non perderemo questa storica opportunità di soddisfare le legittime aspettative del popolo tunisino.

Ad affermarlo il presidente Saied, promettendo di lavorare “duramente e instancabilmente per rispondere al meglio alle aspirazioni del popolo tunisino e raggiungere i veri obiettivi della rivoluzione, che da diversi anni è fuori strada”. “Questa responsabilità, che tutti abbiamo assunto, esige sforzi moltiplicati in tutti i settori affinché il popolo tunisino possa vivere liberamente e dignitosamente in uno Stato sovrano”, ha continuato Saied ribadendo che la “realizzazione di un’economia nazionale creatrice di ricchezza, la lotta contro l’economia della rendita e il mantenimento delle istituzioni statali rappresentano sfide importanti”, insistendo inoltre sulla necessità di preservare le imprese pubbliche, dopo averle “purificate”.

I diritti fondamentali dei cittadini

Secondo il presidente della Tunisia, lo Stato deve ritrovare pienamente il suo ruolo sociale, garantendo i diritti fondamentali dei cittadini, tra cui l’istruzione e la sanità pubblica, l’alloggio, il lavoro dignitoso e la sicurezza sociale. Ha sottolineato che “ciò non mira in alcun modo alla libera iniziativa, dato che la Costituzione garantisce la convivenza tra il settore pubblico e quello privato, sulla base della giustizia sociale”, assicurando che in Tunisia è garantita la libertà in campo economico e politico.

Libertà tuttavia – ha precisato – non significa caos, ingiuria, diffamazione o qualsiasi altra violazione della legge”. Kais Saied ha inoltre ribadito che la retorica della “normalizzazione con l’entità criminale sionista non esiste”. “Lo ripeto e insisto sempre: chiunque tratti o collabori con l’entità sionista (Israele ndr) commette alto tradimento contro il popolo tunisino”, ha avvertito, riaffermando il sostegno di Tunisi al popolo palestinese e al suo diritto ad uno Stato sovrano su tutti i territori palestinesi con Gerusalemme come capitale. Sul fronte della politica estera, Saied ha indicato che “il popolo tunisino è determinato a passare dalla sponda della frustrazione a quella del lavoro e della costruzione. Non abbiamo altra scelta che la vittoria e rifiutiamo qualsiasi ingerenza nei nostri affari interni”.

L’instancabile lotta alla corruzione

Concetti riaffermati dallo stesso presidente anche ieri pomeriggio presiedendo al Palazzo di Cartagine, sede della presidenza tunisina, una riunione con l’esecutivo. “Smantellare tutte le reti di corruzione e ripulire l’amministrazione da coloro che credono ancora di essere al di sopra delle responsabilità e di non poter essere soggetti ad alcuna punizione”, resta una priorità del suo secondo mandato. Il capo dello Stato ha esortato i ministri del Governo a “fare più sforzi e a dare di più”, sottolineando “la necessità di accelerare la preparazione di una nuova legislazione, abbreviare le scadenze e porre fine alla legislazione che è stata creata su misura, oltre a non essere tollerante con chiunque non adempia ai propri doveri”.

Una nuova pagina per la Tunisia

La Tunisia è entrata in una nuova fase della sua storia e che non c’è scusa per nessuno per non rispondere alle legittime richieste dei tunisini, uomini e donne, per una vita che preservi la loro dignità.

Il capo dello Stato ha auspicato nuovamente una riforma della burocrazia e dell’impianto legislativo, evidenziando che “le procedure non dovrebbero essere lunghe, complicate o un ostacolo, ma piuttosto dovrebbero essere facili e brevi”. Saied ha aggiunto che “le aspettative del popolo tunisino sono vaste e nessuno ha scuse per deluderle. È necessario sviluppare nuove visioni e metodi di lavoro che rompano con il passato odioso e aprano ampi orizzonti per tutti”. “La Tunisia è piena di bontà e pullula di energie, e la strada deve essere asfaltata, soprattutto per i giovani, affinché possano realizzare le loro ambizioni e speranze”, ha concluso il presidente.

I giovani al centro dell’arena politica tunisina

Sono proprio i giovani la sfida più grande di questo mandato di Saied da qui al 2029. Solo il sei per cento dei 2.808.548 elettori tunisini che si sono recati ai seggi elettorali all’interno e all’esterno del paese lo scorso 6 ottobre 2024 su 9.753.217 aventi diritto, ha tra i 18 e i 35 anni. Un dato che dimostra il senso di sfiducia dei giovani tunisini verso le istituzioni e la politica del loro Paese, continuano a chiedere dal 2011 maggiori libertà, diritti civili e politici, ma soprattutto dignità, finora con scarsi risultati.

Costretti ad emigrare per la mancanza di prospettive, per i salari da fame, la mancanza di servizi ed opportunità, i giovani stanno svuotando la Tunisia delle loro risorse, ambizioni e talenti, pur di fuggire il peso di tradizioni familiari obsolete a cui rimangono comunque legati nonostante il senso di incapacità di rispondere alle esigenze di chi li ha messi al mondo. Per dare loro delle risposte, non basterà rivedere i parametri utilizzati dagli economisti per “calcolare i tassi di crescita”.

Il ruolo della Banca centrale tunisina

Come lo stesso capo dello Stato ha suggerito incontrando qualche giorno fa a Cartagine il governatore della Banca centrale tunisina (Bct), Fathi Zuhair Nouri, prima della sua partecipazione alle riunioni del Gruppo della Banca Mondiale e del Fondo monetario internazionale. Kais Saied ha sottolineato che “la posizione della Tunisia è ferma e lo Stato non abbandonerà il suo ruolo sociale, né accetterà alcun diktat da nessuno”, spiegando che “gli elementi utilizzati per calcolare i tassi di crescita devono essere rivisti”.

Un chiaro riferimento alle proiezioni semestrali della Banca Mondiale che ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per la Tunisia, stimando un aumento dell’1,2 per cento nel 2024, rispetto al 2,4 per cento ipotizzato lo scorso aprile. Un dato che secondo il presidente della Tunisia non sarebbe oggettivo. “L’esperienza ha dimostrato, non solo in Tunisia ma in molti altri paesi, che questi tassi non sono oggettivi. Se lo fossero, come si possono spiegare le cause di rivoluzioni e rivolte in un momento in cui i tassi di crescita hanno superato il sei o talvolta il dieci percento?”.

Si è chiesto il presidente tunisino, sottolineando che “gli esseri umani non sono unità di misura calcolate in base a elementi prestabiliti da coloro che vogliono perpetuare un sistema economico globale ingiusto”.

Le speranze di crescita del Pil reale tunisino

Ad ogni modo, tra gli importatori di petrolio in via di sviluppo, si prevede che la crescita del Pil reale decelererà in tutti i paesi, ad eccezione della Tunisia, dove gli economisti prevedono che salirà all’1,2 per cento nel 2024 dallo zero percento del 2023. Secondo il rapporto pubblicato il 16 ottobre 2024 dalla Banca Mondiale “Crescita in Medio Oriente e Nordafrica”, questo aumento riflette una lieve ripresa nel settore agricolo in Tunisia, che continua a soffrire degli effetti persistenti delle condizioni di siccità dopo quattro anni di precipitazioni inferiori alla media.

Nonostante questa premessa positiva, entro la fine del 2024, si prevede che 10 dei 15 paesi Mena (esclusi Libia, Libano, Siria e Yemen) torneranno al livello del PIL pro capite reale del 2019, ma Iraq, Tunisia, Cisgiordania e Gaza, Kuwait e Qatar saranno ancora indietro.  La Banca Mondiale ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per la Tunisia, stimando ora un aumento dell’1,2 per cento nel 2024, rispetto al 2,4 per cento ipotizzato ad aprile.

Stabile invece la proiezione per l’inflazione: in Tunisia, l’inflazione è scesa dal 9,3 per cento nel 2023 al 7,0 per cento nel 2024, afferma il rapporto segnalando che tuttavia, l’inflazione dei prezzi alimentari rimane elevata, in parte a causa di una riduzione della produzione agricola indotta dalla siccità e di importazioni ridotte, causate da condizioni finanziarie esterne più restrittive. Secondo i dati dell’Istituto di statistica, l’inflazione a settembre 2024 si è attestata al 6,7 per cento. Per il 2025, la crescita del Pil tunisino dovrebbe raggiungere il 2,2 per cento.

Vanessa Tomassini
Vanessa Tomassini

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