Barbados chiede la fine dell’embargo su Cuba e una riforma dell’ONU

Barbados chiede la fine dell’embargo su Cuba e una riforma dell’ONU

23 Ottobre 2024 0

Tre anni fa lo Stato caraibico di Barbados si staccava dalla monarchia britannica diventando una Repubblica parlamentare. Oggi, per avere più equità e più opportunità a favore dei Paesi meno sviluppati, chiede riforme anche nell’ordine internazionale e nella struttura delle Nazioni Unite. Lo ha fatto per voce della sua premier Mia Mottley, che è anche tornata sulla questione delle riparazioni coloniali che Londra dovrebbe dare agli ex territori del suo impero. Tuttavia, qualche giorno fa il nuovo primo ministro Keir Starmer ha dichiarato che il Regno Unito non intende pagare alcunché ai discendenti degli schiavi nelle colonie caraibiche o altrove.

Un reset contro la povertà

Nel suo discorso del 22 settembre all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Mottley ha invocato un reset dei meccanismi finanziari e di sicurezza. Non si tratta per fortuna del Grande Reset di Schwab, ma di un nuovo approccio più giusto ed efficace alle “policrisi” che stanno investendo il nostro pianeta da quattro anni a questa parte. È il momento di fermarsi e di ripartire in modo diverso, per affrontare il cambiamento climatico, le conseguenze della pandemia, i numerosi teatri di guerra da Gaza, all’Ucraina e al Sudan. I leader dei Paesi del mondo devono generare nuove opportunità e soluzioni a queste crisi che soffocano la crescita economica e che limitano così le ambizioni dei nostri popoli. In altre parole, dice, troppe persone vanno a letto con lo stomaco vuoto.

ONU da riformare

Occorre riformare completamente le regole e le istituzioni internazionali, altrimenti – avverte la Mottley – vi sarà una crisi di fiducia verso l’ordine internazionale esistente, che deve invece diventare inclusivo e rispondere ai problemi di tutti. Nel farlo, l’obiettivo da tenere ben presente è il porre fine alle discriminazioni e ai processi che creano cittadini di prima e di seconda classe in base al Paese in cui nascono, spiega la premier barbadiana. L’ONU in tutto ciò ha un ruolo importantissimo, ammesso che agisca veramente per assicurare gli obiettivi previsti dallo Statuto delle Nazioni Unite. Ma una sua riforma è comunque necessaria soprattutto nel Consiglio di Sicurezza, perché l’attuale configurazione di membri permanenti e non permanenti non ha posto nel 21esimo secolo. Conclude: abbiamo soprattutto bisogno di un reset globale sulla pace. Deve esserci la pace globale. Non dovrebbe essere così difficile lavorare per avere la pace.

Supporto a Cuba

Alla 79esima sessione ONU il primo ministro barbadiano ha anche espresso la sua posizione rispetto alla questione di Cuba. Secondo la Mottley è ormai inaccettabile che gli Stati Uniti proseguano il loro decennale embargo all’isola a causa dell’etichetta, posta unilateralmente su Cuba, di “probabile sponsor del terrorismo”. Tutto ciò è “sbagliato”: le conseguenze del blocco, infatti, sono disumane perché impediscono lo sviluppo e la ricostruzione, ad esempio a seguito di uragani o altre calamità. Per questo motivo chiede alle Nazioni Unite che si voti ancora per mettere fine a questa ingiustizia perpetrata da Washington. Nel frattempo, Barbados continuerà a inviare aiuti medici e ad agevolare la formazione dei cubani anche in ambito scolastico e sportivo.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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