Arab Summit: la preoccupazione tunisina per la Libia e l’offerta di mediazione confermano il suo ruolo storico nella regione

Arab Summit: la preoccupazione tunisina per la Libia e l’offerta di mediazione confermano il suo ruolo storico nella regione

18 Maggio 2025 0

L’eco del trentaquattresimo vertice arabo ordinario, tenutosi ieri a Baghdad, continua a risuonare, in particolare per la ferma presa di posizione della Tunisia riguardo alla delicata situazione in Libia. La dichiarazione del ministro degli Esteri tunisino, Mohamed Ali Nafti, portavoce del messaggio del Presidente Kais Saied, ha messo in luce una profonda inquietudine per i “recenti e pericolosi sviluppi” che scuotono Tripoli, la capitale libica. Questa preoccupazione non si è tradotta in un semplice monito, ma si è concretizzata in un’offerta di mediazione che posiziona la Tunisia come potenziale facilitatore di un dialogo intra-libico.

L’insistenza tunisina sulla necessità di una “immediata de-escalation delle tensioni in tutte le regioni della Libia” riflette una consapevolezza dei rischi di un’ulteriore destabilizzazione del paese nordafricano, con potenziali ripercussioni sull’intera regione. L’appello a “dare priorità alla saggezza, di porre l’interesse nazionale al di sopra di tutto e di raggiungere un consenso tra tutte le parti libiche” evidenzia una visione che pone la responsabilità del futuro della Libia nelle mani degli stessi attori libici.

Luogo di mediazione

L’offerta di Tunisi di fungere da “terreno di incontro per i fratelli libici” rappresenta un passo proattivo e significativo. Sottolineando che questo dialogo dovrebbe svolgersi “sotto l’egida della missione delle Nazioni Unite in Libia“, Tunisi riconosce il ruolo centrale dell’Onu nel processo di stabilizzazione e cerca di integrarsi in un quadro internazionale già esistente. L’obiettivo dichiarato di raggiungere una “soluzione politica condivisa e auspicabile” che preservi l’unità della Libia e risponda alle aspirazioni del suo popolo in termini di sicurezza, stabilità e convivenza pacifica delinea una visione di lungo termine per il paese martoriato da anni di conflitto.

È cruciale notare come la preoccupazione per la Libia non sia stata l’unico punto focale dell’intervento tunisino. Parallelamente, è stata ribadita con forza la “ferma e incrollabile posizione di sostegno alla causa palestinese“. La condanna dei “crimini di genocidio” a Gaza e delle “brutali aggressioni” in Cisgiordania, insieme al “categorico rifiuto di qualsiasi tentativo volto a deportare il popolo palestinese“, rimarca una linea di continuità nella politica estera tunisina. Il sostegno all’iniziativa arabo-islamica per la ricostruzione di Gaza sottolinea un impegno pratico e solidale. Tuttavia, l’intervento tunisino al vertice arabo ha toccato anche temi più ampi, delineando una visione per un rafforzamento della cooperazione regionale. L’enfasi sulla necessità di operare come un “blocco unito” per affrontare le sfide attuali, che includono il ripristino della sicurezza, la promozione dello sviluppo sostenibile e l’attenzione alla dimensione culturale, suggerisce una consapevolezza dell’interconnessione delle sfide che affliggono il mondo arabo.

Le sfide strutturali del mondo arabo

La sollecitazione a una “maggiore attenzione all’azione economica congiunta” e allo sviluppo dei relativi meccanismi, con l’obiettivo di favorire il progresso delle nazioni e dei popoli arabi, indica una priorità per la crescita economica e la prosperità condivisa, grazie alla lungimirante leadership del presidente Kais Saied. Il riferimento all’impegno storico della Tunisia nel contribuire attivamente alla cooperazione araba in tutte le sue dimensioni rafforza anche la sua credibilità come partner regionale per l’Unione europea (Ue).

Il messaggio del Presidente Saied, letto dal ministro Nafti, ha inoltre introdotto elementi di riflessione più profondi sulle sfide strutturali del mondo arabo. L’invito a “raddoppiare gli sforzi a livello arabo per ridurre i divari di sviluppo, conoscenza e tecnologia” e ad aumentare il “volume del commercio intra-arabo” evidenzia una visione di integrazione economica regionale ancora lontana dall’essere pienamente realizzata, non superando il 13 per cento del commercio estero totale dei paesi arabi. Tunisi ha insistito sull’importanza di elaborare strategie efficaci per rafforzare la sicurezza alimentare, mitigare gli effetti della scarsità idrica e limitare i rischi legati agli squilibri ambientali, indicando la necessità di affrontare sfide globali con risposte coordinate a livello regionale.

L’attenzione ai piani di fabbisogno di sviluppo infrastrutturale, alla creazione di una Grande zona araba di libero scambio e al passaggio a un’Unione doganale araba delinea un percorso ambizioso per rafforzare la competitività delle economie nazionali. L’appello a una “ridefinizione delle priorità di sviluppo nello spazio arabo secondo una ‘visione comune e innovativa incentrata sul cittadino arabo‘” pone l’essere umano al centro delle politiche regionali.

L’importanza delle riforme

Infine, la Tunisia ha sottolineato l’importanza di rafforzare i valori di riforma, buona governance e distribuzione equa della ricchezza nazionale come prerequisiti per un vero sviluppo, che non può prescindere dalla giustizia sociale. L’impegno a sostenere l’autonomia economica e sociale delle donne e a promuovere la loro partecipazione al mercato del lavoro e al processo decisionale evidenzia una visione inclusiva dello sviluppo. L’interesse per la riunione regionale preparatoria del secondo Vertice mondiale sullo sviluppo sociale, che la Tunisia ospiterà, sottolinea il suo ruolo attivo nell’agenda globale per lo sviluppo sociale.

In conclusione, l’intervento della Tunisia al vertice arabo di Baghdad si è distinto per la sua articolazione e per la sua capacità di affrontare questioni urgenti come la crisi libica, mantenendo al contempo una prospettiva più ampia sulle sfide e le opportunità del mondo arabo. L’offerta di mediazione per la Libia, unita a una visione di rafforzamento della cooperazione regionale e di attenzione alle esigenze dei cittadini arabi, conferma il ruolo storico della Tunisia come un attore costruttivo nello scenario geopolitico regionale ed in particolare nel cosiddetto Mediterraneo allargato. Resta da vedere come questa offerta verrà accolta dalle parti libiche e dalla comunità internazionale, ma il segnale lanciato da Tunisi è chiaro: un impegno attivo per la stabilità e la prosperità della regione.

Vanessa Tomassini
Vanessa Tomassini

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