Libano: lanci di razzi misteriosi e escalation di tensioni con Israele
Beirut – Tunisi – I recenti lanci di razzi dal Libano meridionale verso il nord di Israele hanno innescato una pericolosa escalation di tensioni, alimentando speculazioni e preoccupazioni sulla stabilità della regione. L’origine dei lanci rimane avvolta nel mistero, con analisti che ipotizzano il coinvolgimento di agenti israeliani o di entità terze, data la natura rudimentale dei razzi e le modalità di lancio.
Missili “bastardi” e indagini in corso
Gli analisti concordano sulla natura “bastarda” dei missili, la cui provenienza è al momento sconosciuta. L’intelligence militare libanese è al lavoro per identificare i responsabili, ma le indagini si presentano complesse. Le piattaforme di lancio in legno e la scarsa precisione dei razzi suggeriscono che gli autori non siano professionisti.
Hezbollah nega il coinvolgimento
Nonostante i sospetti, Hezbollah ha negato categoricamente qualsiasi coinvolgimento nei lanci, ribadendo il proprio rispetto della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dell’accordo di cessate il fuoco con Israele.
Reazione israeliana e accuse di violazione del cessate il fuoco
Israele, tuttavia, ha reagito con una serie di attacchi aerei, prendendo di mira anche la periferia meridionale di Beirut, roccaforte di Hezbollah, venerdì 28 marzo 2025. Si tratta della prima volta che Israele colpisce quest’area da quando è stato dichiarato il cessate il fuoco, alimentando le accuse di violazione dell’accordo. Un raid aereo israeliano ha colpito il quartiere Hay Madi, nella periferia sud di Beirut, nelle prime ore di stamani, causando la morte di almeno tre persone e il ferimento di altre sette. L’attacco, rivendicato dallo Shin Bet (l’intelligence israeliana), aveva come obiettivo Hassan Ali Mahmoud Bdair, un membro dell’unità 3900 di Hezbollah e Quds Force.
Il raid è avvenuto intorno alle 3:30 del mattino (ora locale), in un momento particolarmente delicato, durante le celebrazioni di Eid al-Fitr, la festa che segna la fine del Ramadan, il mese sacro per i musulmani caratterizzato dal tradizionale digiuno. L’attacco ha colpito una zona residenziale, causando vittime tra i civili. Questo episodio rappresenta un’escalation significativa delle tensioni nella regione, con il rischio di una risposta da parte di Hamas o di altri gruppi armati presenti in Libano. La tempistica dell’attacco, durante una festività religiosa, aggiunge ulteriore complessità alla situazione.
Posizione del governo libanese e pressioni internazionali
Il governo libanese, attraverso il presidente Joseph Aoun e il primo ministro Nawaf Salam, ha condannato le azioni israeliane, sottolineando il ruolo dello Stato nel decidere sulla guerra e sulla pace. Parallelamente, gli Stati Uniti stanno esercitando forti pressioni sul Libano per normalizzare le relazioni con Israele e disarmare Hezbollah, condizioni che il Libano ha finora respinto. Il premier libanese Nawaf Salam accusa Tel Aviv di una “chiara violazione” della tregua entrata in vigore a novembre, mentre il presidente Joseph Aoun avverte: “L’aggressione israeliana ci costringe a intensificare gli sforzi per rivolgerci agli amici del Libano nel mondo e mobilitarli a favore del nostro diritto alla piena sovranità nel nostro territorio”.
Scenario complesso e rischi di escalation
Il quadro complessivo è complesso e denso di incognite. L’ipotesi che Israele stia utilizzando i lanci di razzi come pretesto per intensificare gli attacchi, unita alla possibilità di agenti israeliani operanti in Libano, rende la situazione estremamente volatile. Il rischio di una nuova escalation militare è concreto, con conseguenze potenzialmente devastanti per la regione.
** Hassan Zaraket è un giornalista libanese, specializzato in affari politici. I suoi articoli compaiono regolarmente sui media locali ed internazionali.

Vanessa Tomassini – Nata nelle Marche nel 1988. Giornalista pubblicista, vive a Tunisi dove sta studiando arabo mentre partecipa alle vicende libiche. Corrispondente per “Notizie Geopolitiche”, Tripoli è stata la sua prima esperienza come inviata di guerra. Ha iniziato la sua attività professionale come collaboratrice presso il quotidiano di approfondimento “L’Indro”. Ho commentato la crisi libica per diversi canali del Golfo (218 TV, Sky News Arabia, Libya’s Channel e Libya al-Hadath) ed italiani (TgCom24, SkyTg24, Uno mattina, Tg Rai, Radio Domani, Radio Anch’io, Radio in Blu). È autrice di “Speciale Libia”, una piattaforma dedicata al Paese nordafricano. Scrive di Medio Oriente e Nord Africa, dal terrorismo al lablabi.
Hassan Zaraket – giornalista ed editore libanese. Vive a Beirut, ha conseguito una laurea in giornalismo presso l’Università Libanese. Ha passato il suo primo anno di di master in Relazioni Internazionali in Polonia, attraverso il programma di borse di studio Erasmus Mundus. Dal 2005 ha lavorato per diversi giornali e siti di notizie in Libano e nel Golfo. Si occupa principalmente di politica e le questioni dei media in Lebano e nel Medio Oriente, e ha pubblicato una serie di articoli e rapporti.