La neutralità del Libano. Amer Sabbouri: “Stati Uniti, Russia e UE dovrebbero intervenire insieme per favorire un processo che dia vita a due Stati separati”

La neutralità del Libano. Amer Sabbouri: “Stati Uniti, Russia e UE dovrebbero intervenire insieme per favorire un processo che dia vita a due Stati separati”

6 Novembre 2023 0

L’atteso discorso del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah non ha deluso le aspettative dei tanti libanesi, che non hanno nessun interesse ad essere coinvolti in un nuovo conflitto. Il mantra che ripetono ormai quotidianamente è: “siamo stanchi delle guerre, al momento è solo al Sud, qui non arriva”. Se dal 7 ottobre Nasrallah aveva scientemente optato per il silenzio, lo scorso 3 novembre ha rotto gli indugi e nel suo lungo monologo, traboccante di accenti antimperialisti e antisionisti, ha evidenziato la volontà del Partito di Dio e di Teheran di non essere ulteriormente coinvolti, almeno per il momento, nel conflitto tra Israele e Hamas. Il leader di Hezbollah ha preso le distanze dall’operazione “Al-Aqsa Flood”, sostenendo che la matrice fosse “palestinese al cento per cento” e che nemmeno gli alleati di Hamas ne sarebbero stati informati.

Mentre diversi media, tra cui il quotidiano libanese L’Orient-Le Jour, rivelano che l’operazione sarebbe stata pianificata a Beirut col supporto dei pasdaran e di Hezbollah. “Hassan Nasrallah ha voluto chiaramente negare ogni responsabilità, sia del suo partito che dell’Iran”, scrive  L’Orient-Le Jour. Il segretario generale del partito è consapevole che, un coinvolgimento diretto darebbe il colpo di grazia a un paese oggi ridotto alla fame, impegnato a far fronte ad una svalutazione della lira senza precedenti (nel 2019 un dollaro valeva 1.500 lire libanesi oggi ne vale 90mila lire) e all’inflazione balzata nel 2022 al 189,4%. Abbiamo chiesto ad Amer Sabbouri, già candidato indipendente alle elezioni del 2018 e imprenditore sciita – che incontriamo a Chtaura, una cittadina della fertile valle della Beqaa sull’autostrada che da Beirut porta a Damasco – qual è la posizione dei libanesi rispetto allo spauracchio di una nuova guerra.

Tutti i partiti, anche quelli dell’opposizione, devono coalizzarsi per scongiurarla. Dovremmo essere tutti uniti sull’argomento, ma è evidente che se Israele dovesse attaccare, noi avremmo tutto il diritto di difenderci. Non abbiamo intenzione di imbracciare le armi contro nessuno, vogliamo solo la pace.

Infografica - La biografia dell'intervistato Amer Sabbaouri
Infografica – La biografia dell’intervistato Amer Sabbaouri

Quale potrebbe essere la via di uscita per scongiurare il prolungamento del conflitto sulla Striscia di Gaza?

A mio avviso, ma tutto il mondo arabo la pensa allo stesso modo, la soluzione migliore per Israele, Palestina e il mondo intero è la creazione di due Stati. Mi chiedo perché, invece, si preferisca procedere in questo modo, provocando la morte di migliaia di bambini. E’ una follia e non finirà mai, perché il figlio che perde il padre, la madre, il fratello, fra vent’anni vorrà vendicarli e sarà sempre così, sia da una parte che dall’altra. Si trasformeranno in terroristi. Stati Uniti, Russia e Unione europea dovrebbero intervenire insieme per favorire un processo che dia vita a due Stati separati e porre fine alla guerra. Dobbiamo temerla, il Libano non è lontano da Israele. Una nuova guerra sarebbe una maledizione per la popolazione e per l’intero Paese. Il paradosso in cui ci troviamo oggi, è che non sarebbe il nostro Parlamento a decidere, ma Usa, Iran, Arabia Saudita altri Stati e questo non va bene. L’Assemblea nazionale (il Parlamento libanese, ndr) non sta facendo proprio nulla in questo periodo, non possiamo neanche eleggere un presidente della Repubblica, è come se fossimo alla mercé degli eventi, aspettando cosa accade nel mondo. Ora Israele usa le sue armi contro il Sud del Libano e Hezbollah ha il diritto di difenderlo. In questo momento non stanno invadendo il territorio israeliano, ma rimangono schierati in territorio libanese entro la Linea blu. La gente comune come me non sa quali siano i piani e cosa succederà nelle prossime ore o nei giorni a venire. Sappiamo solo che oggi sono morte 10 mila persone e 60 al nostro confine.

Cosa pensa di Hamas e dei massacri nei kibbutz?

Sta combattendo per la sua terra. Sono anni che Tel Aviv circonda Gaza, non permettendo l’ingresso di cibo e acqua al suo interno. Forse Hamas si sarà comportato come Daesh ma, ribadisco, sta lottando per la sua terra».

Le uccisioni di bambini innocenti e la violenza cieca sulle donne non trovano nessuna giustificazione…

Sì, siamo d’accordo, è terribile, ma perché lo chiedete adesso? Israele nel corso degli anni ha ucciso tanti bambini e nessuno ha detto niente. Perché ora venite a chiedere conto e ragione per gli ebrei uccisi? Io sono contro la violenza da entrambi le parti. Mentre noi facciamo l’intervista, Israele bombarda Gaza e voi dovreste essere contrari a questo.

Lo siamo, come non abbiamo nessun atteggiamento pregiudiziale verso il mondo arabo, però violenza chiama violenza.

Quando alla gente si daranno i propri diritti, allora ci sarà la pace. Questo è quello che dovete dire al vostro Paese.

Lei è stato un candidato indipendente, ma a quale schieramento si sente più vicino?

Io sto con chi prende le giuste decisioni per il Libano. Qualche volta Hezbollah ha delle buone idee, come quella di non entrare in guerra, ma se Israele attaccherà noi reagiremo e questo è giusto. Il nostro Parlamento è formato da 128 deputati, 64 musulmani e 64 cristiani, ma la nostra legge elettorale fa acqua da tutti i lati e andrebbe cambiata. Un candidato indipendente non può ottenere un seggio a meno che non spenda migliaia di dollari per comprare i voti. In Libano c’è molta corruzione in ogni ambiente. Vorrei parlare, se me lo consente, di un grosso problema per il Paese, sia da un punto di vista economico che sociale. Riguarda i rifugiati siriani, che sono più di 1,5 milioni. Dopo 4/5 anni di permanenza qui, l’Unione europea dovrebbe decidersi a trovare una soluzione, che non è quella di dargli del denaro, perché altrimenti continuerebbero a restare qui.

Cosa pensa, invece, dei profughi palestinesi presenti in Libano? La maggior parte di loro vive nei campi e in condizioni di vita miserevoli.

I rifugiati sono colpevoli e oppressi. D’altro canto il Libano non può tenerli ancora a lungo, perché stanno consumando tutte le nostre risorse. L’unica strada per la pace in Medio Oriente è dare loro un proprio Stato, consentendogli così la possibilità di tornare nel loro paese. Viceversa la guerra non avrà fine e il Libano sarà sempre colpito o coinvolto prima o dopo.

Marina Pupella
MarinaPupella

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