In Tunisia proseguono i rimpatri volontari dei migranti irregolari. Presidente Saied, “complotto sventato”

In Tunisia proseguono i rimpatri volontari dei migranti irregolari. Presidente Saied, “complotto sventato”

6 Aprile 2025 0

Prosegue a ritmo serrato l’operazione di evacuazione dei campi migranti subsahariani nelle aree di Al Amra e Jebniana, nel governatorato di Sfax, iniziata giovedì pomeriggio con lo smantellamento pacifico del più grande insediamento, che ospitava circa 4.000 persone.

Sgombero in tempi brevi

Le autorità tunisine puntano a concludere lo sgombero nel più breve tempo possibile, riportando le aree occupate illegalmente alla cittadinanza e ai legittimi proprietari. L’operazione, condotta senza l’intervento diretto delle forze di polizia, vede la stretta collaborazione della Mezzaluna Rossa tunisina, del Ministero della Salute e della Protezione Civile, che hanno fornito assistenza medica d’emergenza ai migranti durante le operazioni di sgombero dei campi situati su terreni agricoli.

Sono state inoltre attivate misure di coordinamento con le autorità regionali per garantire alloggi temporanei a donne incinte e bambini. Nel corso delle operazioni, le forze di sicurezza hanno sequestrato diverse armi bianche e proceduto all’arresto di un numero significativo di migranti, attualmente in fase di rimpatrio forzato. Il portavoce della Guardia nazionale, Jebabli, ha sottolineato che

l’approccio dell’operazione privilegia innanzitutto i valori umani ed etici, con un trattamento rispettoso delle persone arrestate.

Tuttavia, le indagini hanno rivelato che alcuni migranti erano in contatto con gruppi stranieri con l’obiettivo di creare disordini all’interno dei campi e nelle aree circostanti.

Tunisia non come Paesi di transito o di insediamento

Sul tema è intervenuto domenica anche il presidente Kais Saied, rispondendo alle domande dei cronisti a Monastir, dove ha presieduto il 25mo anniversario della scomparsa dell’ex capo dello Stato, Habib Bourghiba. Il presidente tunisino ha spiegato:

Negli ultimi giorni, e dopo un grande sforzo, le evacuazioni sono state effettuate in un modo che non è mai avvenuto in nessun paese del mondo. Sono intervenute le forze della protezione civile, la Mezzaluna rossa tunisina, gli scout e la popolazione locale, e non è stato sparato un solo colpo, nemmeno con granate lacrimogene.

Saied ha indicato che lo sgombero continua “in base alle nostre scelte, perché abbiamo rifiutato, rifiutiamo e rifiuteremo che la Tunisia sia un paese di transito o un paese di insediamento” di migranti. “Questi sfortunati, che sono stati portati da una serie di reti criminali, che trafficano organi ed esseri umani, sono stati salvati”, ha precisato Kais Saied, spiegando che i subsahariani non sono semplicemente “venuti in Tunisia, ma sono stati qui indirizzati”, come parte di un più ampio piano malevolo.

Si è lavorato per sventare i loro complotti, come mai prima d’ora, così che quanti cospiravano contro lo Stato rivedano le loro immagini e realizzi ciò che il popolo tunisino è stato in grado di fare in questi ultimi giorni.

La gestione dei migranti come costo della collettività

I migranti sono stati trattati secondo un “principio morale”, ha sottolineato il presidente ribadendo che

la Tunisia ha pagato molto, non in base a leggi fatte da altri o a raccomandazioni di funzionari di alcune organizzazioni. I nostri principi ci hanno spinto a dare priorità al valore della vita umana, e abbiamo sacrificato noi stessi, perché la gestione dei migranti è un costo che grava sull’intera collettività nazionale.

Secondo Saied, il rimpatrio volontario dei migranti che proseguirà nelle prossime ore è avvenuto “in un modo completamente diverso da quanto si potesse immaginare”. “Il complotto è stato sventato e ancora una volta sono cadute le foglie di fico che nascondevano le loro vergogne, frantumandosi senza fare rumore”, ha aggiunto Saied. Rispondendo ad una domanda della corrispondente della “Radio nazionale”, sul tema dell’espulsione di tunisini dall’Italia, e la diffusione di alcuni vecchi video, presumibilmente risalenti al 2017 e 2018, Saied ha chiarito che “non è stato stipulato alcun accordo in tal senso con l’Italia se non nelle menti di questi malati”.

 L’orgoglio continentale tunisino 

Non c’è alcun documento, ma la questione è del tutto chiara, e chi parla di questo documento sembra aver perso la memoria o aver perso la ragione o che pensa, con le sue dichiarazioni, di poter ingannare i tunisini“, ha aggiunto Saied, indicando che gli accordi in materia con l’Italia risalgono al periodo tra il 2008 e il 2011.

La Tunisia non sarà né un paese di transito né un paese di soggiorno. Benvenuti nel quadro della legge“, ha dichiarato il capo dello Stato tunisino, rivendicando con orgoglio l’appartenenza della Tunisia all’Africa e ricordando che “molti africani studiavano nelle università tunisine, e la Tunisia è uno dei fondatori dell’Organizzazione dell’Unità africana prima che questa organizzazione cambiasse nome” in Unione africana. Tuttavia, il presidente ha sottolineato che “nonostante il cambiamento di nome, purtroppo il continente africano, che è ricco di tutte le risorse, non si è sviluppato“.

Ma noi tunisini siamo orgogliosi dei nostri fratelli africani, non accetteremo che si trovino in questa situazione, ma non accetteremo nemmeno che la Tunisia paghi il prezzo di un sistema economico mondiale che li ha portati a questa miseria, a questa povertà e a questa situazione disumana. Li abbiamo trattati in modo umano, un trattamento che sarà una lezione per il mondo intero.

Il monito

Il presidente ha infine criticato “i nemici di ieri al palazzo del Bardo”, ricordando che “c’era una commedia al palazzo del Bardo che poi si è trasformata in una commedia al palazzo di Cartagine, e chi ha curato il montaggio, la sceneggiatura, la regia e la produzione è sempre lo stesso e i tunisini lo sanno bene”.

Secondo Saied, “la commedia non è finita né le sue scene che stanno organizzando possono continuare e c’è una profonda consapevolezza popolare, e una consapevolezza da parte dei tunisini che sventerà tutte le loro macchinazioni e tutto ciò con cui cercano di destabilizzare il paese”.

“Cercano, come ho detto giorni fa, con tutti i mezzi di creare crisi, ma non saranno in grado di sopraffare lo Stato tunisino e non saranno in grado di sopraffare il popolo tunisino che ha mostrato una profonda consapevolezza storica che ha stupito il mondo”, ha concluso Saied.

Lo slogan “Il popolo vuole”

Ha rimarcato Kais Saied infine:

E lo slogan ‘il popolo vuole’ non è un proiettile che sta per esplodere, ma bensì un missile intercontinentale. Questa parola ‘il popolo vuole’ ha attraversato tutti i continenti in lingua araba. E oggi il popolo vuole la costruzione e lo sviluppo, e deve anche esserci una purificazione all’interno dei servizi pubblici che cercano di vessare i tunisini. Ci sono giovani come voi, ci sono molti laureati, anche se mancano di esperienza, sono molto meglio di chi ha esperienza nella corruzione o esperienza nel vessare i cittadini. E chi vessa il cittadino in qualsiasi questione, si assuma le sue responsabilità e se ne vada subito, dopo aver seguito le procedure legali, se ne vada, perché i giovani tunisini sono capaci di dare, capaci di costruire e capaci di creare in ogni campo. Grazie a Dio, continueremo.

 

 

Vanessa Tomassini
Vanessa Tomassini

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