Elezioni in Albania: riconferma per Rama, ma commenti negativi dell’OSCE
Alle elezioni parlamentari dell’11 maggio il primo ministro albanese Edi Rama e il suo partito hanno ottenuto una larghissima vittoria. Rama, che governa dal 2013, ha così conquistato il suo quarto mandato consecutivo.
I risultati
Per il Partito Socialista (Partia Socialiste e Shqipërisë) il risultato migliore di sempre: il 52% e 83 seggi, 7 più della scorsa legislatura. Avrà così dodici deputati in più rispetto al minimo richiesto per governare, che è di 71 seggi. Il totale dell’Assemblea (Kuvendi), il parlamento monocamerale dell’Albania, è infatti di 140 seggi. A sfidare la compagine governativa c’era l’Alleanza per una Grande Albania, guidata dal Partito Democratico dell’ex premier Sali Berisha. Si sono fermati al 33%, ottenendo ancor meno seggi di prima: da 59 sono a scesi a 50. I 4 seggi rimanenti sono andati al Partito Socialdemocratico e a tre partiti nuovi: Mundësia, Nisma Thurje e Lëvizja Bashkë. Per la prima volta hanno votato gli albanesi residenti all’estero. Nonostante ciò, l’affluenza complessivamente è stata bassa, poco più del 41%. C’è da considerare però che degli 1,8 milioni di albanesi della diaspora, solamente 246mila si sono iscritti al voto.
I temi della campagna elettorale
La campagna elettorale di Rama era incentrata sulla lotta alla corruzione, sebbene pure il suo governo subisca tali accuse. Il capo dell’opposizione Berisha è stato da poco rilasciato dagli arresti domiciliari, proprio per un processo di corruzione. L’altro grande esponente dell’opposizione, l’ex premier nonché ex presidente della Repubblica Ilir Meta, è invece ancora in carcere, dopo l’arresto nel 2024 con le accuse di corruzione e riciclaggio di denaro. Con lo slogan “Albania 2030 nella UE”, l’altro tema vincente della campagna elettorale di Rama è stato l’ingresso di Tirana nell’Unione Europea. E proprio il presidente del Consiglio europeo António Costa si è congratulato con lui: L’adesione dell’Albania all’Unione europea è il nostro obiettivo comune: non è una questione di se o come; è una questione di quando. Ora è fondamentale mantenere il ritmo e intensificare il lavoro sulle riforme, in particolare sullo Stato di diritto e sulla lotta alla corruzione.
Congratulazioni e perplessità
Le congratulazioni sono arrivate anche dall’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri Kaja Kallas e dalla commissaria per l’Allargamento Marta Kos. Le due rappresentanti della UE hanno evidenziato il modo “generalmente inclusivo e trasparente” con cui Tirana ha gestito le elezioni, ma hanno dovuto altresì citare il rapporto piuttosto negativo fatto dall’Odihr (Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani) che fa capo alla OSCE (Organizzazione per lo Sicurezza e la Cooperazione in Europa). Il comunicato diffuso a 48 dalla chiusura delle urne parla di un uso improprio delle risorse statali e dell’influenza delle istituzioni, cosa che potrebbe aver determinato un notevole vantaggio per il partito di governo. A seguire le vicende elettorali c’erano più di 2.000 osservatori stranieri e albanesi, mentre la squadra dell’Odihr sotto la guida dell’ambasciatore Lamberto Zannier era composta da 12 esperti internazionali e 26 osservatori a lungo termine.
La relazione degli osservatori
Presenti già dal 10 aprile, gli osservatori OSCE hanno verificato anche il clima precedente al voto e hanno notato problemi nell’indipendenza dei media e nella trasparenza del finanziamento della campagna elettorale. Hanno notato come alti rappresentanti del governo fossero impegnati in vari eventi ufficiali che spesso coincidevano con la campagna elettorale e includevano l’annuncio di programmi di assistenza sociale e progetti infrastrutturali. Il risultato è stato quindi dare al partito al potere “un vantaggio indebito”. Ciò potrebbe compromettere i passi compiuti da Tirana verso l’adesione alla UE, affermano gli esperti. Da Rama non sono giunti commenti al rapporto dell’Odihr.

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