Colpo di scena in Tunisia, Saïed licenzia Bouden ed assegna a un banchiere la guida del Governo

Colpo di scena in Tunisia, Saïed licenzia Bouden ed assegna a un banchiere la guida del Governo

2 Agosto 2023 0

Nella tarda serata di martedì 1mo agosto, un comunicato stampa dal Palazzo presidenziale di Cartagine ha annunciato che il Presidente della Repubblica tunisina, Kais Saïed, ha licenziato la signora Najla Bouden Ramdhane, dal suo incarico di Primo Ministro, designando il banchiere, Ahmed Hachani, come suo successore. Come prevede il cerimoniale, il nuovo capo del governo sarà ricevuto dal Presidente e presterà giuramento, ha affermato la Presidenza.

Chi è Ahmed Hachani?

Se finora non è stata pubblicata alcuna biografia ufficiale del nuovo capo del governo di Tunisi, sappiamo che si tratterebbe di un ex direttore generale della Banca Centrale tunisina (BCT) dove ha trascorso tutta la sua carriera. Il suo ultimo incarico è stato quello di direttore generale. Avvocato di formazione, il nuovo premier ha conseguito un master in giurisprudenza con specializzazione in Diritto pubblico, presso la Facoltà di Giurisprudenza ed Economia di Tunisi, nel campus (1980 – 1983), vincendo ogni anno una borsa di studio o premio presidenziale per merito.

Nella Banca Centrale ha ricoperto diversi incarichi, l’ultimo dei quali quello di direttore generale, prima di andare in pensione nel 2018. Apprezzato dai suoi colleghi, Hachani è stato promosso nel settembre 2015 alla presidenza del comitato provvisorio responsabile della gestione della BCT Staff Association.

È il figlio di Salah Hachani, condannato a morte e giustiziato per il suo coinvolgimento nel fallito colpo di stato contro il presidente, Habib Bourguiba, nel 1962. Sul suo account LinkedIn, il neo-premier si presenta come un fervente difensore della laicità dello Stato, della democrazia e della parità di diritti tra donne e uomini.

Nessuna spiegazione ufficiale

Nessuna spiegazione è stata fornita da Cartagine in merito all’avvicendamento. Tutto è accaduto rapidamente ed è chiaro che la nomina di Hachani possa essere legata alle trattative con il Fondo Monetario Internazionale (FMI), per cui l’Europa e l’Italia in particolare si sono offerti come mediatori. Bouden è sembrata fin da subito più flessibile ed accondiscendente alle richieste dell’FMI, mentre il presidente Saïed si è mostrato più intransigente. Il nuovo capo del Governo ha subito prestato giuramento ieri sera davanti al presidente, come mostra un video pubblicato da Cartagine.

Foto - Kais Saied con Najla Bouden
Foto – Kais Saied con Najla Bouden

Bouden era stata nominata da Kais Saïed, l’11 ottobre 2021. Poco più di due mesi dopo che il presidente aveva assunto pieni poteri, il 25 luglio, destituendo l’allora primo ministro e congelando il Parlamento, di fronte ad una crisi dalle portate disastrose dovuta a malagestione, un sistema obsoleto, e l’emergenza terrorismo prolungata. Una situazione aggravata prima dalla pandemia Covid-19 e poi dalla guerra in Ucraina poi.

Saïed, candidato indipendente alle presidenziali del 2019, ha raccolto oltre il 70% dei voti al secondo turno ed ha governato la giovane Repubblica per decreto. La Costituzione, che aveva emendato con referendum nell’estate del 2022, riduce di molto i poteri del Parlamento a favore di un sistema presidenzialista. Una nuova assemblea dei deputati si è insediata nella primavera del 2023, dopo elezioni legislative, a dicembre 2022, boicottate dai partiti d’opposizione ed evitate dagli elettori con un tasso di partecipazione intorno al 10%.

In più occasioni negli ultimi mesi il presidente ha disposto la destituzione di vari ministri, compreso quello degli Esteri, senza mai fornire motivazioni. Dallo scorso febbraio, dozzine di oppositori, compresi giornalisti e leader politici sono stati incarcerati nell’ambito di un’ondata di arresti. Tra questi il leader islamista radicale, Rached Ghannouchi, leader del braccio tunisino della Fratellanza Musulmana, Ennahdha, accusato di eterogenei reati tra cui corruzione, terrorismo e riciclaggio di denaro nell’ambito dello scandalo “Instalingo”.

Rischio default e l’accordo con l’Europa

L’Unione Europea ha concesso assistenza finanziaria alla Tunisia. Tunisi ha promesso ulteriori sforzi per combattere la tratta di esseri umani e rafforzare i suoi controlli alle frontiere. L’UE ha già offerto alla Tunisia più di un miliardo di dollari in aiuti a lungo termine secondo un Memorandum of Understanding (MoU) raggiunto durante una visita di Meloni, Rutte e Von der Leyen a metà luglio. L’accordo in cinque punti ha destato preoccupazioni per il fatto che l’Italia possa cercare di deportare o fermare cittadini sub-sahariani in Tunisia.

Il rimpatrio dei cittadini tunisini sta già avvenendo e la Tunisia ha una cooperazione molto avanzata con l’Ue in tal senso. Ma la riammissione di cittadini di paesi terzi è qualcosa che decisamente i tunisini, sia il governo che la popolazione, rifiutano. L’accordo è giunto proprio quando le tensioni razziali e il sentimento anti-migranti tra le comunità ospitanti stanno crescendo. Una delle cause la morte di un tunisino il 3 luglio scorso. Un omicidio avvenuto in una rissa tra locali e migranti che ha dato il via a delle vere e proprie caccia all’uomo.

La Tunisia ha anche respinto centinaia di migranti subsahariani verso il confine con Libia ed Algeria. Gravi le accuse mosse da parte di gruppi attivi nella difesa dei diritti umani. Sono accusati dal presidente Saïed di non fare nulla per aiutare i migranti.

Vanessa Tomassini
Vanessa Tomassini

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