L’Indonesia prepara il contingente di pace da inviare a Gaza

L’Indonesia prepara il contingente di pace da inviare a Gaza

27 Novembre 2025 0

L’Indonesia, il Paese musulmano più popoloso al mondo, sta approntando il contingente da inviare a Gaza nel quadro della Forza Internazionale di Stabilizzazione (International Stabilization Force – ISF) sotto l’egida delle Nazioni Unite.

Esercito e Marina

Si parla di una formazione di peacekeeping da 20mila uomini, tratti soprattutto dall’Esercito e dalla Marina. Si occuperanno di assistenza nelle questioni mediche, abitative e di sicurezza, spiega il ministro della Difesa di Jakarta Sjafrie Sjamsoeddin. Saranno tre brigate composite, ciascuna delle quali includerà un battaglione sanitario, uno del genio e uno di supporto. Quest’ultimo, secondo il generale maggiore Freddy Ardianzah avrà un ruolo fondamentale nella distribuzione degli aiuti umanitari, nella logistica dei movimenti delle truppe e nelle comunicazioni. Comprenderà elementi di tutti i reparti, scelti in base alle capacità specifiche. Il colonnello Donny Pramono ha dichiarato che sarà l’Esercito a costituire la parte essenziale del contingente indonesiano a Gaza. Dal canto suo, la Marina sta preparando 5mila uomini con competenze mediche e ingegneristiche per aggregarli al gruppo: dovranno curare le vittime civili del conflitto e costruire alloggiamenti temporanei.

Attesa delle approvazioni

Il governo non ha ancora deciso la data di partenza del contingente, ma nel frattempo è arrivata l’approvazione formale del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che il 17 novembre ha adottato la risoluzione 2803 sul “Piano Comprensivo del Presidente Donald Trump per far finire il conflitto a Gaza”. Esso conferisce mandato internazionale all’ISF, che dovrà imporre il controllo sul territorio e garantire sicurezza e stabilità, mentre l’esercito israeliano si ritirerà dalla Striscia. Il ministro indonesiano Sjamsoeddin ha poi affermato che per mandare le truppe Jakarta attenderebbe anche il via libera dei Paesi arabi, oltre al consenso di Israele. È un dettaglio importante e piuttosto curioso, perché l’Indonesia non riconosce Israele come Stato sovrano. Dunque mancano i rapporti diplomatici fra Jakarta e Gerusalemme, però una sorta di normalizzazione è in corso. Infatti vi è già stato coordinamento per consentire agli indonesiani di portare per via aerea ai palestinesi gli aiuti umanitari.

I Paesi dell’ISF

Dal canto suo, per voce del premier Netanyahu Israele ha espresso la sua contrarietà a che la Turchia faccia parte dell’ISF, mentre l’Azerbaigian – molto vicino politicamente ad Ankara – potrebbe esserne uno dei cardini insieme all’Indonesia. Dovrebbero partecipare anche Francia, Australia, Canada, Cipro e poi Paesi musulmani come Pakistan e Malaysia. Vengono considerati anche gli Emirati Arabi Uniti, l’Egitto e il Qatar, quest’ultimo però a rischio di contrasti con l’Indonesia perché si ritiene abbia buoni rapporti con Hamas. Jakarta invece non accetta tale organizzazione come rappresentante legittima dei gazawi.

Secondo Denis Suarsana della Konrad Adenauer Foundation, per la Palestina l’Indonesia è favore della soluzione a due Stati. Jakarta si è proposta come elemento portante dell’ISF per il ruolo prestigioso in politica estera che desidera ricoprire. Infatti si è sempre vista come una delle nazioni guida del Sud Globale. Partecipare a missioni di peacekeeping sul genere di quella in previsione a Gaza sarebbe proprio la dimostrazione di quella solidarietà e cooperazione fra Paesi del Sud Globale che l’Indonesia promuove.

Redazione Strumenti Politici
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