Filippine, torna in campo l’ex presidente Rodrigo Duterte e continua la lotta politica contro Marcos

Filippine, torna in campo l’ex presidente Rodrigo Duterte e continua la lotta politica contro Marcos

10 Ottobre 2024 0

L’ex presidente delle Filippine Rodrigo Duterte ha formalizzato il suo ritorno alla politica attiva. Ha infatti annunciato che si candiderà come prossimo sindaco di Davao, la città che da sempre rappresenta la sua roccaforte elettorale.

Insieme a lui il figlio come vicesindaco

Duterte aveva già presieduto per più di due decenni il comune di Davao City, con qualche parentesi come vicesindaco. Poi nel 2016 è diventato presidente delle Filippine e lo è rimasto fino al 2022. Stavolta, a correre come suo vice sarà proprio il sindaco attuale, il figlio Sebastian Duterte. Si diceva che i due avessero deciso di candidarsi al Senato, ma l’ex portavoce presidenziale Salvador Panelo ha smentito la notizia. Lo stesso Duterte ha infatti spiegato che data la sua età, 79 anni, sarebbe stato troppo pesante per lui effettuare una campagna elettorale su scala nazionale. Il suo sfidante a Davao è invece più giovane di lui: il 48enne Karlo Nograles, presidente della Commissione sull’amministrazione pubblica. Duterte ha mantenuto una certa popolarità dopo la fine del suo mandato da presidente, nonostante le denunce di violazione dei diritti umani e la contesa politica con la famiglia Marcos.

Voci di impeachment contro Sara

Oggi si sta svolgendo una lotta tra famiglie. A succedergli alla presidenza nel 2022 è stato infatti Ferdinand “Bongbong” Marcos Jr., figlio di Ferdinand Marcos Sr., che governò il Paese dal 1965 al 1986 tra le accuse di aver instaurato una sorta di dittatura e di cleptocrazia. La sua vice è Sara Duterte, figlia del suo predecessore Rodrigo e che a sua volta era sindaco di Davao. Dopo due anni di condivisione del potere coi Marcos, alla fine qualcosa si è rotto. Qualche mese fa Sara si è dimessa dagli incarichi di Segretario dell’Istruzione e dai vertici della task force anti-insurrezionale. Oggi è ancora la vicepresidente delle Filippine, ma girano voci di una prossima richiesta di impeachment nei suoi confronti. A riequilibrare i rapporti di forza con la famiglia Marcos potrebbe contribuire l’eventuale vittoria del padre e del fratello a Davao City.

Ai ferri corti coi Marcos

Davao è infatti la terza città più popolosa del Paese, nonché capitale di fatto dell’isola di Mindanao. Inoltre la tornata si inserisce nel contesto delle elezioni di metà mandato del prossimo anno. Nel frattempo, però, Marcos ha destituito il capo della polizia di Davao, vicino ai Duterte, e altri elementi delle forze di sicurezza interna, rimpiazzandoli con figure fedeli all’attuale governo. Infine le autorità hanno arrestato con accuse gravissime un leader religioso alleato di Duterte, che voleva candidarsi al Senato. Sul piano internazionale, le differenze che hanno provocato la divisione /fra i Marcos e i Duterte riguardano, tra l’altro, l’atteggiamento verso la Cina. Mentre nel suo mandato presidenziale Rodrigo aveva coltivato rapporti stretti con Xi Jinping, criticando al tempo stesso il governo americano e quelli occidentali, Ferdinand Jr. ha immediatamente rafforzato l’alleanza con Washington e si è mostrato determinato contro le azioni di Pechino nel Mar Cinese Meridionale.

La guerra alla droga

La rivalità tra le due famiglie si estende anche alla questione della guerra contro il traffico di droga. La presidenza di Rodrigo Duterte è stata proprio caratterizzata da uno sforzo enorme e aggressivo per sradicare il problema. La guerra alla droga gli ha guadagnato la fama di uomo d’ordine, molto apprezzato anche all’estero e conosciuto col soprannome di “Punitore”. Tuttavia si è risolta con la morte di oltre 6mila fra criminali, sospettati e forse anche innocenti. Pare infatti che Duterte fosse eccessivamente permissivo verso le esecuzioni sommarie compiute dalla polizia contro i trafficanti. Così è finito sotto inchiesta da parte della Corte penale internazionale, dalla quale aveva ritirato le Filippine nel 2019. Lo scorso marzo il figlio Sebastian ha annunciato (forse solo a fini propagandistici) di voler continuare la guerra alla droga svolta da padre, ma è stato ostacolato dai cambi ai vertici della polizia decisi dal presidente Marcos.

Redazione Strumenti Politici
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