Svezia e Austria chiedono alla UE più rigore contro l’immigrazione clandestina
I capi di governo di Austria e Svezia si sono incontrati a Vienna la scorsa settimana per celebrare il trentennale dell’ingresso nell’Unione Europea. Per l’occasione si sono confrontati sul tema dell’immigrazione clandestina e hanno parlato delle prossime iniziative della UE in merito.
Appello congiunto alla UE
Il premier svedese Ulf Kristersson e il cancelliere austriaco Karl Nehammer hanno affermato congiuntamente che l’Unione dovrebbe disporre di una maggiore sicurezza alle sue frontiere e di meccanismi più efficaci per rimandare indietro quegli immigrati le cui richieste di asilo non vengono accettate. L’immigrazione clandestina è stata uno dei temi più importanti nella campagna elettorale di giugno che ha ridisegnato il Parlamento di Strasburgo. Kristersson ha quindi dichiarato che problemi del genere devono essere risolti, non soltanto discussi. Rispetto alla posizione condivisa con l’Austria sulla questione, ha detto di condividere anche il desiderio di pensare fuori dagli schemi, non di dire solo che le cose sono complicate.
Il futuro piano di espulsioni
Kristersson ha poi asserito che a marzo Bruxelles potrebbe proporre un piano di creazione di “centri di raccolta e ritorno” per accelerare l’espulsione dei clandestini. L’idea era stata delineata lo scorso ottobre in un vertice dei leader dei Paesi membri. Tali centri dovrebbero situarsi al di fuori della UE in Stati ritenuti “sicuri”. Il premier svedese ha detto di averne parlato col commissario europeo per gli Affari interni e le Migrazioni Magnus Brunner, che gli ha comunicato che il piano sarebbe uscito in primavera.
La situazione in Svezia
Stoccolma intanto registra la cifra più bassa di richieste di asilo dal 1997. Nel 2024 si sono avuti meno di 9mila arrivi di clandestini, di cui la metà è volontariamente tornata indietro. Il picco era stato raggiunto nel 2015, quando vennero ufficialmente accettati ben 163mila migranti. A livello sociale la situazione stava diventando insostenibile, con la criminalità di “importazione” che spadroneggia nelle città. Negli ultimi anni la Svezia si è trasformata una sorta di paradiso per le gang che lucrano sull’immigrazione e che commettono reati violenti. Il governo di Kristersson, entrato in carica due anni fa, si è occupato di contrastare il fenomeno e sembra stia avendo successo. Fra le misure adottate vi è stata una maggiore facilità nel revocare i permessi di soggiorno e il rendere più difficile il ricongiungimento familiare.
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