Serbia, effetto Djokovic. Abrogato decreto “Rio Tinto”
Il governo della Serbia ha abrogato il decreto sul Piano territoriale dell’area a destinazione speciale per la realizzazione del progetto di sfruttamento e lavorazione della jadarite. La premier Ana Brnabic ha spiegato che l’esecutivo ha annullato tutti gli atti amministrativi relativi al progetto portato avanti dal gruppo anglo-australiano Rio Tinto e dalla sua controllata Rio Sava Exploration. “Tutti i permessi sono stati annullati e non abbiamo mai avuto contratti“.
Brnabic ha aggiunto che è stato abolito il gruppo di lavoro per l’attuazione del progetto Jadar. In questo modo, ha detto ancora Brnabic, sono state soddisfatte tutte le richieste delle proteste cittadine dei mesi scorsi ed è stato “messo un punto a Rio Tinto in Serbia“. Difficile non vedere un rapporto tra l’accelerazione di questa decisione e l’espulsione dall’Australia del tennista serbo Novak Djokovic, che peraltro si era schierato a fianco dei cittadini contro l’arrivo della Rio Tinto. A ricordarlo il quotidiano Republika che aveva denunciato come il segretario del presidente australiano Scott Morrison, sia John Kunkel dal 2016 al 2018 ha lavorato per la Rio Tinto come capo del dipartimento per la cooperazione con il governo australiano prima di passare nel 2018 all’ufficio del primo ministro. In realtà una folla di cittadini aveva bloccato le strade in Serbia durante vari fine settimana per combattere i piani di estrazione del litio, poiché insistono che i suoi scavi causino enormi danni alla natura.
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