Il Memorandum Ue–Tunisia: l’inizio di un approccio non emergenziale alle sfide dell’immigrazione?

Il Memorandum Ue–Tunisia: l’inizio di un approccio non emergenziale alle sfide dell’immigrazione?

18 Luglio 2023 0

Il memorandum d’intesa firmato tra la Tunisia e l’Unione europea potrebbe dare un nuovo slancio ai negoziati tra il Paese nordafricano e il Fondo monetario internazionale (Fmi). Il presidente Kais Saïed auspica di ottenere l’erogazione del maxi-prestito da 1,9 miliardi di dollari per rilanciare l’economia di Tunisi.

Il memorandum d’intesa firmato ieri, presso il palazzo presidenziale di Cartagine, dalla premier italiana, Giorgia Meloni, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, il primo ministro olandese, Mark Rutte, e dal presidente tunisino, Kais Saïed, si basa su cinque pilastri cardine, già delineati nella dichiarazione congiunta dello scorso 11 giugno: assistenza macrofinanziaria, relazioni economiche, partnership sull’energia sostenibile, migrazione, promozione degli scambi tra tunisini ed europei secondo la formula “people to people”.

Si tratta di “un pacchetto di partenariato comprensivo“, distinguendosi, in questo, dall’intesa firmata nel 2016 da Bruxelles e Ankara per la gestione dei flussi dalla Siria. Si temeva infatti che l’accordo potesse trasformare Saïed in un nuovo Erdogan, autorizzandolo a ricattare Bruxelles ogni qualvolta lo ritenga necessario, aprendo e chiudendo a proprio piacimento la “valvola dei migranti”.

L’assistenza finanziaria alla Tunisia

Nel dettaglio, l’assistenza macro-finanziaria prevista dall’Ue consiste nel versamento immediato di 150 milioni di euro a sostegno di Cartagine, mentre, per ulteriori 900 milioni, la Commissione ha ribadito che aspetterà lo sblocco dello stallo tra Tunisi e il Fondo Monetario Internazionale, chiamato ad erogare prestiti per 1,9 miliardi a fronte di adeguate riforme. L’Ue intende inoltre dare una spinta agli investimenti delle grandi, medie e piccole imprese in Tunisia, con l’obiettivo di aumentare in maniera netta gli scambi commerciali tra le due sponde del Mediterraneo.

Un altro punto del Memorandum, che sarà posto all’approvazione dei 27 Stati membri, prevede una più stretta collaborazione in ambito energetico, dettata da un lato dalla necessità per l’Europa di diversificare le fonti di approvvigionamento, come conseguenza della guerra in Ucraina, e dall’altro, l’opportunità per la Tunisia di dare linfa, con investimenti e know-how europei, allo sviluppo di energie rinnovabili come l’eolico e l’idrogeno verde. L’Italia, con il progetto di interconnessione elettrica Elmed, si candida a essere hub dell’energia, grazie a Tunisi, “batteria elettrica” per l’Europa.

Il nodo immigrazione

Tema centrale resta l’immigrazione. Nell’ambito del contrasto all’immigrazione illegale e clandestina, l’Ue ha messo sul piatto 105 milioni di euro – parte del pacchetto di fondi della dimensione esterna – per sostenere le autorità tunisine incaricate di bloccare i pericolosi viaggi via mare. La cooperazione dovrebbe riguardare anche le attività SAR nel Mediterraneo e i rimpatri da mettere in atto prima che i migranti subsahariani lascino il territorio tunisino. Un aspetto quest’ultimo cruciale, considerata l’insofferenza delle comunità locali che ospitano grandi comunità di migranti.

A tal proposito, è auspicabile che – contrariamente a quanto avvenuto in passato, con i precedenti governi che si sono susseguiti alla Kasba – l’Italia e l’Ue in generale, si accertino che i fondi messi a disposizione di Saïed, raggiungano realmente i cittadini, in termini di erogazioni di servizi e beni di prima necessità, soprattutto se il governo cederà alle richieste del Fmi che ha chiesto tra le altre riforme, il taglio dei sussidi erogati dallo Stato per carburanti, farine ed altri prodotti essenziali.

Va ricordato che il Memorandum include inoltre la facilitazione alla migrazione regolare dalla Tunisia ai Paesi europei, per facilitare il movimento di persone viste le enormi difficoltà incontrate dai giovani tunisini nell’ottenere un visto Schengen.

Le persone al centro dell’intesa

“People to people” è il primo principio menzionato da Ursula von der Leyen nelle dichiarazioni congiunte di domenica. Questo punto prevede scambi culturali, l’estensione ed ampliamento del programma Erasmus+, in aggiunta ad una maggiore cooperazione nei settori della ricerca ed istruzione. L’Ue utilizzerà anche il programma Talent Partnership, volto a premiare i giovani talenti, aprendo così “nuove opportunità di studio e lavoro ai giovani tunisini”.

Il Memorandum che, vale la pena ricordare deve essere approvato dai 27 Paesi membri, ha suscitato già qualche polemica. Da parte dell’opposizione di Saïed, impegnato in una dura lotta alla corruzione e al finanziamento al terrorismo, che ha visto l’arresto anche di leader di partiti contrari alla sua road-map che ha visto in passato lo scioglimento del Parlamento.

Ma anche di NGOs e associazioni attive nella difesa dei diritti umani, che hanno espresso preoccupazione per le sorti di migliaia di migranti. Bloccare i migranti in Tunisia potrebbe esasperare il sentimento di insofferenza già diffuso nel Paese nordafricano, se i decisori politici infatti non presteranno attenzione alle necessità delle comunità ospitanti infatti si rischia una pericolosa “caccia all’uomo nero”, come dimostrano le tensioni registrate già nei giorni scorsi a Sfax ed altre città meridionali. NGOs e politici dovrebbero anche prestare attenzione a non fomentare l’odio ed ogni tipo di retorica pro o contro i migranti per non trasformarli in capri espiatori, o peggio ancora mercé di obsolete politiche grottesche.

Accordi con i Paesi origine dei flussi migratori

Cartagine dovrà anche raggiungere accordi ed iniziative con i Paesi, che sono all’origine dei flussi migratori, per facilitare i processi di rimpatrio ed evitare di divenire un hot-spot a cielo aperto. Il Memorandum, ad ogni modo, riporta Italia e Tunisia al centro della scena internazionale e il peso delle scelte adottate dai leader dei due Paesi peseranno sui nostri capi per i secoli a venire.

A tal proposito, è opportuno ricordare che almeno 289 bambini siano morti o scomparsi quest’anno in naufragi sulla rotta migratoria del Mediterraneo centrale dal Nord Africa all’Europa. È l’equivalente di circa undici bambini morti o scomparsi ogni settimana, in un’emergenza che si sussegue ininterrottamente da anni. Secondo i dati Unicef, dal 2018, circa 1.500 bambini sono morti o dispersi mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo centrale. Questo numero corrisponde a 1 su 5 delle 8.274 persone morte o disperse lungo la rotta. Il bilancio, tuttavia, potrebbe essere molto più alto. Molti naufragi durante la traversata del Mediterraneo centrale non lasciano sopravvissuti o non vengono registrati, rendendo praticamente impossibile verificare il numero reale di bambini morti.

Il Memorandum, dunque, dovrebbe essere l’inizio di un nuovo approccio non emergenziale, non solo se l’Ue si sincererà che i fondi verranno implementati per lo sviluppo e il miglioramento dei servizi a residenti e comunità migranti in Tunisia, ma anche se simili accordi verranno raggiunti anche con altri Paesi da cui i migranti partono e se la Comunità internazionale si impegnerà concretamente per la creazione di pace e stabilità in Africa.

Vanessa Tomassini
Vanessa Tomassini

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