Presidente tribù di Warshefana: “la Turchia trasferirà i terroristi che ha inviato in Libia in Italia”

Presidente tribù di Warshefana: “la Turchia trasferirà i terroristi che ha inviato in Libia in Italia”

7 Marzo 2020 0

“La situazione in Libia è contraria alla guerra, all’uccisione e al fratricidio a causa di interferenze esterne che ne fanno un campo di battaglia per regolare conti internazionali. Forse quello che la Turchia sta facendo è portare mercenari e terroristi dell’ISIS a Tripoli per combattere l’esercito e terrorizzare i cittadini di Tripoli”. A dirci questo è Al-Mabrouk Abu Ameed, capo del Consiglio Supremo delle Tribù di Warshefana e portavoce ufficiale della Conferenza delle tribù e delle città libiche, che riunisce dignitari e sceicchi delle principali componenti sociali del Paese nordafricano. “La posizione del Consiglio supremo delle tribù e delle città libiche è stata chiara fin dall’inizio, rifiutando le interferenze straniere negli affari interni della Libia e riconoscendo la necessità di smantellare le milizie e le bande che controllano Tripoli”.

Perché la Turchia invia combattenti a Tripoli?

“La Turchia invia combattenti per impedire che i Fratelli Musulmani cadano a Tripoli e in una fase successiva, dopo averli portati in Libia, li trasferirà in Europa tra gli immigrati per essere il loro braccio esecutivo in Europa a lungo termine”.

In passato l’Italia ha sostenuto i gruppi armati di cui ci parlava e bande criminali, crede ci siano stati dei cambiamenti?

“La posizione italiana, nonostante il suo cambiamento, è ancora debole e poco chiara nei confronti delle milizie e delle bande che controllano Tripoli. Certamente, è nell’interesse della sicurezza dell’Italia e dell’Europa in generale stare con il Libyan National Army (LNA) sotto il comando del Feldmaresciallo Khalifa Haftar, la polizia e i servizi di sicurezza, sostenendoli per essere forti e in grado di affrontare il terrorismo e l’immigrazione clandestina. L’Italia e l’Europa dovrebbero smettere di trattare e ritirare il loro riconoscimento al Consiglio Presidenziale del Governo di Accordo Nazionale (GNA) che sorregge il terrorismo. Ciò è stato confermato dopo aver firmato l’accordo di sicurezza e la delimitazione delle frontiere marittime con la Turchia, con i quali il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha introdotto i terroristi in Libia. È nell’interesse del popolo libico e dei suoi vicini che l’esercito e i servizi di sicurezza siano forti e forse la situazione della sicurezza in Libia prima del 2011 era migliore”.

– Dove sbagliano?

“Sfortunatamente, l’Italia e l’Europa in generale non hanno diagnosticato bene la scena libica a causa del loro contatto con personalità e gruppi respinti dal popolo libico e dal Consiglio supremo delle tribù e città libiche. È stato chiarito più volte che il problema in Libia è in primo luogo una questione di sicurezza, che richiede – come primo passo per risolvere il resto dei problemi e l’accesso alla stabilità – lo smantellamento di milizie e bande che controllano Tripoli, facendo consegnare loro le armi”.

– Cosa ne pensa dei forum e delle conferenze internazionali che Paesi come Tunisia ed Algeria propongono di organizzare?

 “Nessun dialogo avrà successo e la stabilità non avrà luogo in Libia, tra i suoi vicini e nei dintorni. I paesi che hanno sostenuto le milizie pagheranno il prezzo come pagano i libici, e i primi saranno i paesi di confine della Libia e dell’Italia, geograficamente più vicina di qualsiasi altro paese europeo”.

Vanessa Tomassini
Vanessa Tomassini

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