Gli esperti prevedono una crescita minima per il PIL dell’Ucraina nel 2022 se il prezzo del gas rimane a questi livelli

Gli esperti prevedono una crescita minima per il PIL dell’Ucraina nel 2022 se il prezzo del gas rimane a questi livelli

15 Gennaio 2022 0

Quest’anno la crescita del PIL ucraino sarà minima o addirittura negativa, se il prezzo del gas resterà ancora a lungo al di sopra dei 1000 dollari per mille metri cubi: è quanto dichiarato dagli esperti ucraini all’agenzia di informazione economica Prime. Essi aggiungono che la crescita dell’economia ucraina nello scorso anno non è bastata per costituire una piena ripresa e inoltre si dicono sicuri che difficilmente si riuscirà nel 2022 a compensare la caduta avvenuta nel 2020, mentre un’ennesima crisi economica attende il Paese se sul mercato non si abbasserà il prezzo del gas: tutto questo nonostante l’Ucraina abbia chiuso il 2021 con il PIL in dollari più alto della sua storia.

Peggio delle previsioni

Lo scorso anno era iniziato per l’Ucraina in modo migliore rispetto al 2020, quando nel Paese furono introdotte rigide misure restrittive a causa della pandemia di coronavirus. Secondo i calcoli del Ministero ucraino dell’Economia, nei primi sette mesi del 2021 il PIL è aumentato del 2,1% a fronte del crollo del 6,6% registrato del 2020. Il dicastero aveva comunque emesso una previsione abbastanza ottimistica di una crescita economica del 4,6%. Ma già verso la fine dello scorso anno i pronostici di crescita sono stati abbassati al 3%. Come spiegato dalla Banca Nazionale, vi è stata un’influenza negativa da parte delle limitazioni di quarantena, del costo elevato delle fonti energetiche che si riflette sull’industria in maniera svantaggiosa, e anche dei processi in ambito mondiale legati al fatto che l’introduzione delle misure restrittive ha causato un deficit di prodotti e di componenti. La Banca nazionale ha inoltre dichiarato a chiusura del 2021 che il livello di inflazione supererà le previsioni precedenti del 9,6%, raggiungendo circa il 10%. Nel contempo, come dichiarato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il Paese ha terminato il 2021 con un altissimo PIL in equivalenti dollari: più di 190 miliardi di grivnie. Nonostante la pandemia globale e la crisi economica da essa generata, siamo riusciti a stabilizzare la nostra situazione economica. Nel 2021 le dimensioni dell’economia ucraina hanno raggiunto per la prima volta un livello che costituisce il record per il periodo storico della nostra indipendenza, cioè oltre 190 miliardi di dollari, più che negli anni pre-crisi del 2008 e del 2013, ha detto Zelensky.

A fine 2021 erano piuttosto alte anche le riserve internazionali del Paese: la Banca Nazionale ha previsto che supereranno i 31 miliardi di dollari. A fine novembre la Banca aveva dichiarato l’ottenimento della seconda tranche dall’FMI nella misura di 700 milioni di dollari. Secondo l’esperto ucraino di economia Aleksander Okhrimenko, in realtà è stata solamente parziale la ripresa dell’economia ucraina: il 3% non è una ripresa; se consideriamo che la caduta (nel 2020, N.d.R.) era stata del 7%, oggi è risalita del 3%. Diciamo allora che ci stiamo muovendo, ma non velocemente. In altre parole non abbiamo compensato completamente il crollo del 2020 e da quanto sembra nel 2022 non lo recupereremo del tutto, commenta così l’analista. È molto probabile che non vi sarà una crescita sostanziale del PIL, ha aggiunto.

Un micidiale prezzo del gas 

Verso la fine dello scorso anno il prezzo del gas in Europa è salito bruscamente; ancora a inizio di agosto il prezzo implicito del future più vicino secondo l’indice olandese TTF era di circa 5151 dollari per mille metri cubi, mentre a fine settembre il valore era cresciuto di più del doppio. Comunque, a partire dal 6 ottobre, dopo aver toccato il massimo storico di 1937 dollari per mille metri cubi, i prezzi del gas hanno poi iniziato a scendere, ma negli ultimi giorni del 2021 si sono mantenuti tenacemente sopra il livello dei 1000 dollari. Il Primo vice premier in carica in quel momento, Oleksiy Liubchenko, aveva avvertito alla fine di ottobre che determinati ambiti dell’economia ucraina sarebbero finiti in perdita con un gas così caro, ad esempio al prezzo medio annuo del “combustibile azzurro” importato di circa 900 dollari per mille metri cubi. A fine 2021 una serie di produttori ucraini ha invocato l’intervento del governo, altrimenti – hanno detto – sarebbero morti interi settori. In particolare, il presidente dell’associazione nazionale ucraina dei fornai Yuriy Duchenko ha comunicato che per far sì che il suo comparto sopravviva in un contesto di crescita del prezzo del gas, sarà necessario aumentare il prezzo del pane del 30%. In aggiunta, il presidente dell’associazione “Ukrkondprom” Aleksandr Baldynyuk ha detto che le imprese dolciarie del Paese si fermeranno in caso di rincaro del gas a gennaio. Dopo di che, l’Unione delle imprese casearie ucraine ha fatto sapere che l’aumento vertiginoso del gas dal 1° gennaio 2022 minaccia di bloccare l’intera industria del latte. Infine, il direttore esecutivo dell’associazione “Unione degli avicoltori” Sergey Kapchenko ha messo in guardia contro il fatto che un gas ancora più costoso possa portare al fermo della produzione di una serie di comparti dell’avicoltura. Le autorità finora non hanno dato segno di risposta alle richieste di intervento fatte dai produttori e alle esortazioni a fissare per loro il prezzo del gas.

Al tempo stesso, il governo ha promesso di non alzare il prezzo del gas per i cittadini fino alla fine della stagione del riscaldamento, ma nonostante le promesse, la tariffe delle utenze domestiche sono aumentate. Secondo i dati del Gosstat (il servizio statistico statale), nel periodo gennaio-novembre 2021 tali tariffe sono cresciute del 24,6% rispetto al medesimo intervallo del 2020. Più di tutte sono salite le tariffe del gas naturale (73,5%), dell’energia elettrica (34,8%) e della rete fognaria (20,1%). Anche l’acqua calda e il riscaldamento sono rincarati del 10,6%, così come la fornitura di acqua del 13,3%, la manutenzione e la ristrutturazione degli alloggi dell’8,1%, la manutenzione degli immobili e degli spazi di pertinenza del 3,6%. Sono pure aumentati del 9,3% i beni e i commestibili; in particolare gli alimentari del 10,6%, l’alcol e le sigarette del 9,8%. Nel complesso, l’inflazione sul mercato dei consumi è arrivata nel 2021 al 9,4%.

La crisi è vicina

Ruslan Bortnik, direttore dell’Istituto ucraino di analisi e management politico, avverte che se il prezzo del gas rimarrà alto fino alla prossima estate, il Paese entrerà in una crisi economica: Se il prezzo del gas sarà superiore a 1000 dollari per mille metri cubi almeno fino alla prossima estate, allora non vi sarà alcuna crescita per il PIL ucraino oppure sarà minima o addirittura negativa; è evidente quanto il costo di tutti i servizi sia aumentato nel Paese ed è altrettanto evidente che ciò condurrà alla contrazione della produzione di interi ambiti economici. Bortnik ritiene che il costo elevato del gas si rifletterà negativamente anche sui prossimi raccolti, dal momento che gli agricoltori non potranno acquistare la quantità necessaria di concime per la produzione del quale serve il gas. Inoltre le tariffe alte sulle utenze hanno pure costretto a chiudere bar, ristoranti e alcune località turistiche, insiste Bortnik: Per adesso non lo si percepisce perché questo processo è cominciato appena un mese e mezzo o due fa, ma se il prezzo del gas rimarrà così alto ancora per almeno sei mesi, in Ucraina vi sarà la crisi economica.

Il capo della “Operator GTS Ukrainy” Sergey Makogon dice che il prezzo elevato del gas che ora si sta applicando nell’Unione Europea potrebbe avrebbe ricadute sull’industria ucraina, ma non sui consumi quotidiani. Il presidente di “Naftogaz” Yuriy Vitrenko aveva in precedenza dichiarato che la sua compagnia ha necessità di comprare gas a qualunque prezzo poiché le estrazioni interne non bastano, e per farlo ha intenzione di ottenere fondi sui mercati internazionali.

Redazione Strumenti Politici
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