Angola, continua la crescita petrolifera e il graduale allontanamento dalla Cina

Angola, continua la crescita petrolifera e il graduale allontanamento dalla Cina

29 Settembre 2022 0

Con la vittoria alle elezioni del 24 agosto, il presidente dell’Angola João Lourenço ha iniziato il suo secondo mandato, che durerà per cinque anni. La tornata elettorale comprendeva anche il rinnovo del Parlamento, e anche qui ha vinto il partito di governo, il Movimento Popolare di Liberazione dell’Angola (MPLA), che regge il Paese dal 1975. Questa volta il margine di prevalenza è stato molto sottile: l’MPLA ha preso solo il 51,17% delle preferenze. Soprattutto fra i giovani, tanti hanno votato per la fazione storicamente rivale del governo, l’UNITA, e per il suo candidato Adalberto Costa Júnior. Nei primi cinque anni di mandato, Lourenço ha conseguito grandi successi nella lotta alla corruzione e nella redistribuzione dei profitti derivanti dal settore petrolifero, ma non è riuscito ad aumentare significativamente il tenore di vita dei cittadini e a risolvere il problema della disoccupazione giovanile. Il settore dell’energia resta cruciale per l’economia angolana e dunque per la stabilità sociale: nel 2022 si è avuta una crescita mai vista prima, che mette l’Angola ai primissimi posti della classifica dei produttori di petrolio africani e che consente di essere ottimisti rispetto al futuro del Paese. Con la riconferma di Lourenço, che ha ricevuto le congratulazioni proprio dell’African Energy Chamber (AEC), le riforme fatte fino ad oggi dovrebbero trovare piena attuazione. Il presidente ha infatti creato un comitato interministeriale che ha il compito di fare proposte concrete per il settore dell’oil&gas, tra cui modi per attirare investimenti stranieri e per agevolare la partecipazione delle compagnie angolane. Sono stati avviati progetti di esplorazione e di sviluppo, programmi lanciati anche con il sostegno dell’ENI, e si è avuto un aumento delle forniture energetiche interne e dell’accesso alle stesse, oltre che a una crescita dell’export. Lourenço ha cercato soprattutto di diversificare l’economia nazionale: gli analisti ritengono che nel secondo mandato proseguirà quanto iniziato nel primo e cercherà di limitare sempre di più la dipendenza dalla Cina. Il suo predecessore José Eduardo dos Santos, rimasto alla guida del Paese per 38 anni, aveva trovato in Pechino un investitore generoso e disponibile, quando invece in Occidente tutti avevano declinato le prospettive dell’Angola, ritenuta troppo instabile e rischiosa. Oggi, il destinatario di più di un quarto dei prestiti cinesi in Africa è proprio l’Angola. La Cina rimane il maggior compratore di greggio angolano, e lo sarà probabilmente fino a che il Paese non avrà regolato i suoi debiti con Pechino. Per rimediare a questa posizione di vulnerabilità, Lourenço sta cercando di attirare altri investimenti stranieri e di diversificare l’economia; tuttavia, il cambiamento da lui promosso non può che avvenire in maniera graduale, se non si vogliono provocare ripercussioni diplomatiche o finanziarie. A sua volta, la Cina non vuole perdere la sua influenza sull’Africa ed è passata dal meccanismo dei prestiti e dell’acquisto di petrolio alla donazione di vaccini anti-Covid, all’eliminazione delle tariffe di importazione e alla cancellazione del debito. Nel 2020 Pechino ha concesso all’Angola una dilazione che durerà fino al 2023.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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